Sicuramente
si è fatto attendere a lungo. Non tanto a lungo quanto The Last Guardian o
Duke Nukem Forever, ma abbastanza da far soffrire tutti coloro che rimasero
affascinato dai primi video presentati all'E3 2012, scorci di quella next-gen a
sua volta tanto agognata. Inizialmente annunciato come titolo di
lancio di Xbox One e PS4, Watch Dogs ha poi mancato il Day One delle due console per giungere finalmente sugli scaffali con un abbondante
semestre di ritardo. Centottanta giorni, più o meno, durante i quali la
polemica relativa al downgrade grafico ha tenuto banco su tutti i siti, forum e
blog (compreso il nostro, con questo post ). Non intendo tornare sulla questione (come direbbe Vasco "ormai
è tardi"), bensì valutare quello che è il prodotto finale reso disponibile
all'acquisto, ovvero una miscela di tutta l'esperienza che Ubisoft ha maturato
negli anni con la produzione seriale dei propri principali franchise.
Una ricetta con un suo carattere distintivo però, non un mero more of the same
ma qualcosa (almeno in parte) di fresco. L'ingrediente nuovo qui è un
tema di grande attualità, quello del grande fratello che tutto vede e di tutti
sa, recentemente tornato sulle prime pagine in riferimento agli spioni
governativi made in US (a riguardo, vi consiglio la lettura di "No Place
to Hide" a firma di Gleen Greenwald), condito da politica corrotta, corporation
dall'etica quantomeno dubbia, criminalità di strada e, giusto per non far
mancare un vecchio ma sempreverde cliché, desiderio di vendetta. Un piatto narrativo
sicuramente molto ricco e gustoso, ma cucinato, alla prova in tavola, "alla buona":
si notano diversi buchi ed incongruenze, così pure una lieve incertezza
nella distinzione tra buoni e cattivi, quasi da lasciar apparire come
fondamentalmente cattivi quasi tutti i personaggi principali, incluso lo stesso
protagonista per come il suo passato viene dipinto prima della possibile
redenzione. Nonostante le speranze per un premio letterario
siano limitate, il mondo raffigurato ha una sua forte consistenza e
credibilità, e tanto basta a supportare egregiamente il gameplay.
Ma torniamo
un attimo al protagonista, tale Aiden
Pierce, hacker e spia su commissione dotato di spiccate nonché glaciali abilità da killer, ma sprovvisto di alcun senso umoristico, più che mai incazzato a causa della morte della nipote avvenuta mentre
dei brutti ceffi cercavano di far fuori lui (è la premessa narrativa, quindi no spoiler). Strumento principe dell'hacker
professionista è un semplice smartphone/tablet, qui ribattezzato profiler,
tramite cui carpire i segreti di chiunque si affidi alla tecnologia per
comunicare, controllare le proprie finanze o, più semplicemente, trastullarsi
nell'intimità di casa propria (o in ufficio, come la diapositiva dimostra).
Ma,
chiaramente, il profiler è ben più potente se messo in mani capaci: può
penetrare il network che controlla la security dell'intera città di Chicago,
battezzato ctOS (CiTyOS...). Il sistema gestisce comunicazioni, energia, TV,
viabilità, trasporti pubblici. E controllando il sistema se ne può trarre
beneficio immediato a seconda della situazione, dal semplice bloccare un treno
in partenza, all'alzare un ponte per seminare gli inseguitori, o forzare un
blackout dell'intero quartiere per agire nell'ombra, oppure, ancora, sfruttare la
fitta rete di telecamere di sorveglianza per esplorare luoghi altrimenti
inaccessibili, andare in ricognizione sicura, controllare i movimenti dei
nemici nonché metterli fuori gioco da distanza. A volte i
sistemi, quelli più semplici, possono essere penetrati all'istante, altre
occorre aggirare dei firewall, tramite una sorta di puzzle game a difficoltà
crescente, vagamente ispirato a quello di Deus Ex HR.
Questa
la chiave ludica di un free-roaming chiaramente ispirato ai modelli Rockstar, ma di
cui non ne raggiunge la varietà, consolidandone piuttosto alcuni elementi cardine.
Questo grazie a controlli sopra la media del genere in
quanto a precisione e risposta, tanto da rendere le componenti shooter e stealth molto, molto godibili, il tutto coadiuvato dalla
ricchezza quantitativa e qualitativa dei gadget e da un sistema di crescita del
personaggio ben congegnato. E poi elementi presi in prestito da altre serie di
successo, come il sistema di copertura, il bullet time, la corsa
"acrobatica". Ad esser pignoli, si sente la mancanza della
bat-soppressione di due nemici insieme, ma non mancano certo le alternative:
per l'annullamento dei nemici, certo, ma più in generale per la risoluzione
delle situazioni offerte, rendendo l'approccio stealth veramente efficace,
praticabile e soddisfacente nonostante l'IA non eccelsa. Ancora ci sono
nemici che vedendo i cadaveri dei propri compagni si guardano in giro,
allarmati, per alcuni istanti, per poi tornare a pattugliare come se niente
fosse. Per non parlare poi dei civili, sopratutto quelli patentati ma incapaci
di evitare il formarsi di ingorghi di traffico causati da banalissimi e
aggirabilissimi incidenti, causa di successiva irrealistica immobilità
generale. Basta anche solo parcheggiare in modo "approssimativo" per trovare, al ritorno, una
coda da esodo estivo dell'82. In effetti,
le automobili in generali rappresentano uno degli elementi meno riusciti del gioco. Le sezioni
di guida in sé non sono altrettanto ben concepite, pur strappando comunque una
piena sufficienza. Ma, ripeto, è nel comparto "ambientale" e nelle
componenti stealth/sparamuretto che Watch Dogs brilla.
C'è anche un
sistema morale che valuta le condotta del giocatore e ne determina
l'apprezzamento o l'avversione dei civili, e nel secondo caso la loro
propensione a chiamare la polizia non appena lo riconoscono. Certo è che il
tono narrativo ed il profilo del protagonista spingono forte verso il lato
virtuoso, rendendo forse poco appetibile il lato oscuro. Giudizio del tutto
soggettivo, sia chiaro, come ogni idea qui espressa, incluso il "meh"
riguardo alle side quest: alcune carine, come i "trip digitali", gli
inseguimenti o anche i codici QR, ma degli scacchi che dire? Possono pure
essere la passione di qualche giocatore, ma poco si amalgamano al contesto.
Carina l'interazione online: niente co-op o cose elaborate, ma brevi tocca e
fuggi per hackerarsi a vicenda, sfidarsi alla guida o scambiarsi oggetti.
E dal punto di vista
tecnico? E' vero, gli screenshot di due anni fa erano sicuramente altra cosa,
ma pur non facendo gridare al miracolo si tratta comunque di un bel vedere,
ricco di elementi in movimento e/o interattivi, cicli giorno/notte e meteo ben
fatti, tutto mosso senza tentennamento di sorta. Personalmente, direi bene come
titolo di prima generazione su queste nuove macchine. Piuttosto, quel che non
riesco più a digerire sono alcuni dettagli che stonano rumorosamente quando
considerati: ancora vediamo gente, il protagonista, tuffarsi in acqua e nuotare
come il miglior Phelps indossando impermeabile e cappelino da baseball, tutti
belli al loro posto, asciugati e stirati all'istante dopo il rinfrescante
tuffetto. O la pioggia che "non rimbalza" sulle superfici, il che è
particolarmente evidente se si sceglie di guidare con vista dall'abitacolo.
Piccoli difetti "estetici" dicevo, ma che a mio parere dovrebbero
ormai essere eradicati a prescindere in ogni produzione tripla A. Anche perché,
davvero, si è fatto di tutto per rendere la Chicago di Watch Dogs quanto più
viva e credibile, ricca di dettagli di contorno, inutili alla trama o
al gameplay, ma sicuramente apprezzabili nel rendere l'atmosfera pregna. Non
mancano nemmeno gli spunti umoristici a compensare l'assoluta serietà dei
personaggi chiave, delegati ai video/audiofile intercettabili, alle
conversazioni tra civili, alle scritte sui cartelli luminosi, anch'essi
hackerabili, ad alcuni easter egg. Ma il contenuto delle informazioni carpite
dal ctOS non è solo di natura divertente: capita sovente d'imbattersi in
situazioni crude, violente, tristi, che certo non strappano sorrisi ma rendono
verosimile la città e la sua popolazione.
Quindi? Potrei
andare avanti per altri diecimila caratteri tanti sono gli spunti offerti dalle venticinque ore abbondanti
spese per terminare la campagna , ma rischierei di
togliervi il gusto della scoperta.
Quel che posso
dire a chiusura di questo post è che, nella mia personalissima classifica di gradimento dei titoli
sandbox made in Ubisoft, Watch Dogs scavalca l'ormai stantio Assassin's Creed (almeno fino al prossimo capitolo).
Nella classifica generale, tuttavia, GTA e Red Dead Redemption restano avanti con un Watch Dogs a seguire con grandi speranze per il futuro, soprattutto se il titolo Ubisoft saprà distinguersi maggiormente puntando sulle proprie già forti peculiarità ed
aggiungendone, magari, delle altre.
Il primo posto comunque è sempre vacante, in quanto riservato al primo che proporrà un open world ben fatto a tema Blade Runner... Ascoltate questa please!
Il primo posto comunque è sempre vacante, in quanto riservato al primo che proporrà un open world ben fatto a tema Blade Runner... Ascoltate questa please!
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