domenica 29 giugno 2014



Sicuramente si è fatto attendere a lungo. Non tanto a lungo quanto The Last Guardian o Duke Nukem Forever, ma abbastanza da far soffrire tutti coloro che rimasero affascinato dai primi video presentati all'E3 2012, scorci di quella next-gen a sua volta tanto agognata. Inizialmente annunciato come titolo di lancio di Xbox One e PS4, Watch Dogs ha poi mancato il Day One delle due console per giungere finalmente sugli scaffali con un abbondante semestre di ritardo. Centottanta giorni, più o meno, durante i quali la polemica relativa al downgrade grafico ha tenuto banco su tutti i siti, forum e blog (compreso il nostro, con questo post ). Non intendo tornare sulla questione (come direbbe Vasco "ormai è tardi"), bensì valutare quello che è il prodotto finale reso disponibile all'acquisto, ovvero una miscela di tutta l'esperienza che Ubisoft ha maturato negli anni con la produzione seriale dei propri principali franchise. Una ricetta con un suo carattere distintivo però, non un mero more of the same ma qualcosa (almeno in parte) di fresco. L'ingrediente nuovo qui è un tema di grande attualità, quello del grande fratello che tutto vede e di tutti sa, recentemente tornato sulle prime pagine in riferimento agli spioni governativi made in US (a riguardo, vi consiglio la lettura di "No Place to Hide" a firma di Gleen Greenwald), condito da politica corrotta, corporation dall'etica quantomeno dubbia, criminalità di strada e, giusto per non far mancare un vecchio ma sempreverde cliché, desiderio di vendetta. Un piatto narrativo sicuramente molto ricco e gustoso, ma cucinato, alla prova in tavola, "alla buona": si notano diversi buchi ed incongruenze, così pure una lieve incertezza nella distinzione tra buoni e cattivi, quasi da lasciar apparire come fondamentalmente cattivi quasi tutti i personaggi principali, incluso lo stesso protagonista per come il suo passato viene dipinto prima della possibile redenzione. Nonostante le speranze per un premio letterario siano limitate, il mondo raffigurato ha una sua forte consistenza e credibilità, e tanto basta a supportare egregiamente il gameplay.

Ma torniamo un attimo al protagonista, tale Aiden Pierce, hacker e spia su commissione dotato di spiccate nonché glaciali abilità da killer, ma sprovvisto di alcun senso umoristico, più che mai incazzato a causa della morte della nipote avvenuta mentre dei brutti ceffi cercavano di far fuori lui (è la premessa narrativa, quindi no spoiler). Strumento principe dell'hacker professionista è un semplice smartphone/tablet, qui ribattezzato profiler, tramite cui carpire i segreti di chiunque si affidi alla tecnologia per comunicare, controllare le proprie finanze o, più semplicemente, trastullarsi nell'intimità di casa propria (o in ufficio, come la diapositiva dimostra).  


Ma, chiaramente, il profiler è ben più potente se messo in mani capaci: può penetrare il network che controlla la security dell'intera città di Chicago, battezzato ctOS (CiTyOS...). Il sistema gestisce comunicazioni, energia, TV, viabilità, trasporti pubblici. E controllando il sistema se ne può trarre beneficio immediato a seconda della situazione, dal semplice bloccare un treno in partenza, all'alzare un ponte per seminare gli inseguitori, o forzare un blackout dell'intero quartiere per agire nell'ombra, oppure, ancora, sfruttare la fitta rete di telecamere di sorveglianza per esplorare luoghi altrimenti inaccessibili, andare in ricognizione sicura, controllare i movimenti dei nemici nonché metterli fuori gioco da distanza. A volte i sistemi, quelli più semplici, possono essere penetrati all'istante, altre occorre aggirare dei firewall, tramite una sorta di puzzle game a difficoltà crescente, vagamente ispirato a quello di Deus Ex HR.


Questa la chiave ludica di un free-roaming chiaramente ispirato ai modelli Rockstar, ma di cui non ne raggiunge la varietà, consolidandone piuttosto alcuni elementi cardine. Questo grazie a controlli sopra la media del genere in quanto a precisione e risposta, tanto da rendere le componenti shooter e stealth molto, molto godibili, il tutto coadiuvato dalla ricchezza quantitativa e qualitativa dei gadget e da un sistema di crescita del personaggio ben congegnato. E poi elementi presi in prestito da altre serie di successo, come il sistema di copertura, il bullet time, la corsa "acrobatica". Ad esser pignoli, si sente la mancanza della bat-soppressione di due nemici insieme, ma non mancano certo le alternative: per l'annullamento dei nemici, certo, ma più in generale per la risoluzione delle situazioni offerte, rendendo l'approccio stealth veramente efficace, praticabile e soddisfacente nonostante l'IA non eccelsa. Ancora ci sono nemici che vedendo i cadaveri dei propri compagni si guardano in giro, allarmati, per alcuni istanti, per poi tornare a pattugliare come se niente fosse. Per non parlare poi dei civili, sopratutto quelli patentati ma incapaci di evitare il formarsi di ingorghi di traffico causati da banalissimi e aggirabilissimi incidenti, causa di successiva irrealistica immobilità generale. Basta anche solo parcheggiare in modo "approssimativo" per trovare, al ritorno, una coda da esodo estivo dell'82. In effetti, le automobili in generali rappresentano uno degli elementi meno riusciti del gioco. Le sezioni di guida in sé non sono altrettanto ben concepite, pur strappando comunque una piena sufficienza. Ma, ripeto, è nel comparto "ambientale" e nelle componenti stealth/sparamuretto che Watch Dogs brilla. 

C'è anche un sistema morale che valuta le condotta del giocatore e ne determina l'apprezzamento o l'avversione dei civili, e nel secondo caso la loro propensione a chiamare la polizia non appena lo riconoscono. Certo è che il tono narrativo ed il profilo del protagonista spingono forte verso il lato virtuoso, rendendo forse poco appetibile il lato oscuro. Giudizio del tutto soggettivo, sia chiaro, come ogni idea qui espressa, incluso il "meh" riguardo alle side quest: alcune carine, come i "trip digitali", gli inseguimenti o anche i codici QR, ma degli scacchi che dire? Possono pure essere la passione di qualche giocatore, ma poco si amalgamano al contesto. Carina l'interazione online: niente co-op o cose elaborate, ma brevi tocca e fuggi per hackerarsi a vicenda, sfidarsi alla guida o scambiarsi oggetti.


E dal punto di vista tecnico? E' vero, gli screenshot di due anni fa erano sicuramente altra cosa, ma pur non facendo gridare al miracolo si tratta comunque di un bel vedere, ricco di elementi in movimento e/o interattivi, cicli giorno/notte e meteo ben fatti, tutto mosso senza tentennamento di sorta. Personalmente, direi bene come titolo di prima generazione su queste nuove macchine. Piuttosto, quel che non riesco più a digerire sono alcuni dettagli che stonano rumorosamente quando considerati: ancora vediamo gente, il protagonista, tuffarsi in acqua e nuotare come il miglior Phelps indossando impermeabile e cappelino da baseball, tutti belli al loro posto, asciugati e stirati all'istante dopo il rinfrescante tuffetto. O la pioggia che "non rimbalza" sulle superfici, il che è particolarmente evidente se si sceglie di guidare con vista dall'abitacolo. Piccoli difetti "estetici" dicevo, ma che a mio parere dovrebbero ormai essere eradicati a prescindere in ogni produzione tripla A. Anche perché, davvero, si è fatto di tutto per rendere la Chicago di Watch Dogs quanto più viva e credibile, ricca di dettagli di contorno, inutili alla trama o al gameplay, ma sicuramente apprezzabili nel rendere l'atmosfera pregna. Non mancano nemmeno gli spunti umoristici a compensare l'assoluta serietà dei personaggi chiave, delegati ai video/audiofile intercettabili, alle conversazioni tra civili, alle scritte sui cartelli luminosi, anch'essi hackerabili, ad alcuni easter egg. Ma il contenuto delle informazioni carpite dal ctOS non è solo di natura divertente: capita sovente d'imbattersi in situazioni crude, violente, tristi, che certo non strappano sorrisi ma rendono verosimile la città e la sua popolazione.


Quindi? Potrei andare avanti per altri diecimila caratteri tanti sono gli spunti offerti dalle venticinque ore abbondanti spese per terminare la campagna , ma rischierei di togliervi il gusto della scoperta.
Quel che posso dire a chiusura di questo post è che, nella mia personalissima classifica di gradimento dei titoli sandbox made in Ubisoft, Watch Dogs scavalca l'ormai stantio Assassin's Creed (almeno fino al prossimo capitolo). Nella classifica generale, tuttavia, GTA e Red Dead Redemption restano avanti con un Watch Dogs a seguire con grandi speranze per il futuro, soprattutto se il titolo Ubisoft saprà distinguersi maggiormente puntando sulle proprie già forti peculiarità ed aggiungendone, magari, delle altre.
Il primo posto comunque è sempre vacante, in quanto riservato al primo che proporrà un open world ben fatto a tema Blade Runner... Ascoltate questa please!
Unknown
Scritto da Unknown

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