Tra circa un mese e mezzo ci
troveremo tutti a commentare quanto mostrato dalle software house durante l’E3,
fantasticando sui vari titoli in uscita nei mesi successivi. Un copione che si
ripete ormai da diversi anni e che rappresenta sicuramente uno dei momenti
cardine dell’annata videoludica. Proprio in questi giorni mi sono trovato a ripensare
a quanto accaduto durante la kermesse losangelina dello scorso anno, ai titoli
mostrati e alle aspettative verso un 2015 che sulla carta sembrava avere tutte
le carte in regola per essere uno dei migliori anni della storia. L’utilizzo
del tempo verbale passato non è casuale, perché buona parte delle frecce più
appuntite presenti nella faretra dell’anno in corso sono improvvisamente
sparite, vittime di glaciali comunicati
stampa accomunati da tre parole: delayed to 2016.
Nel corso di poche settimane,
ciascuna delle tre console presenti sul mercato ha infatti perso un pezzo da
novanta della propria line-up. Ad aprire le danze è stata Sony con l’annuncio
del posticipo di Uncharted 4: A Thief’s End, riuscendo in un sol colpo a
scontentare i videogiocatori e ad auto-privarsi dell’unica esclusiva di spicco
della stagione natalizia 2015 di PlayStation 4. Certo, le vendite della console
vanno a gonfie vele e i titoli third party non mancano di certo. Tuttavia,
resta sicuramente un po’ di amaro in bocca per il ritardo di quello che, a detta di molti, avrebbe dovuto rappresentare il primo vero titolo next-gen.
Se per Sony valgono le “giustificazioni”
appena citate, lo stesso non può certo dirsi di Nintendo. A fronte di un 3DS
commercialmente rivitalizzato dal suo ennesimo restyling, Wii U continua
preoccupantemente ad annaspare alla ricerca di una sua identità. Inutile dire
che il posticipo del nuovo episodio di The Legend of Zelda al 2016, oltre ad
inferocire i fan della saga, ha di fatto privato la console Nintendo dell’unico
potenziale system seller dell’annata. Facile comprendere come si siano
prontamente diffuse illazioni che vedono dietro alla mossa
della casa di Kyoto l’intenzione di traghettare il proprio gioco su NX, console che
molti analisti danno in uscita (guarda caso) proprio nella parte finale del
prossimo anno…
Poteva forse mancare all’appello
Microsoft? Macché… Per non essere da meno, anche il colosso di Redmond ha
deciso di rispettare le tradizioni che vedono i titoli sviluppati Remedy
caratterizzati da gestazioni lunghe e travagliate, posticipando nuovamente l’attesissimo
Quantum Break. Certo, era da un po’ che il buon Phil Spencer dichiarava che la
line-up di titoli first party Xbox One previsti per la seconda parte del 2015
era troppo folta. In effetti, tra Fable Legends, Forza Motorsport 6, Halo 5 e
Rise of the Tomb Raider, il rischio di farsi auto-concorrenza era
obiettivamente concreto, ma spiace che a farne le spese sia stato proprio il
titolo degli sviluppatori finlandesi.
In realtà, quella dei continui
“delays” è una pratica alla quale avevamo nostro malgrado assistito già nel
2014, annata che aveva visto (fra gli altri) il posticipo di titoli del
calibro di Batman: Arkham Knight, The Division, The Order: 1886, The Witcher 3
e Dying Light.
Alla luce di tutto questo mi
viene spontaneo chiedermi quali possano essere le reali motivazioni alle spalle
di questa pratica poco ortodossa. Sicuramente lo sviluppo di un titolo tripla A
richiede al giorno d’oggi una quantità di risorse umane ed economiche
considerevolissime, ma la classica scusa degli sviluppatori che si prendono più
tempo per migliorare il gioco regge obiettivamente fino ad un certo punto. Sono
piuttosto più orientato a pensare che in molti casi le release date vengano
volutamente divulgate in maniera errata, in modo tale da garantire al prodotto
una copertura mediatica maggiormente prolungata nel tempo. Ci sono inoltre da
tenere in considerazione gli effetti psicologici: smaltita la delusione
iniziale, quello che resta nella mente del potenziale acquirente è una sorta di
effetto rassicuratore derivante dall’autoconvinzione che, effettivamente, l’attesa
sarà ripagata da una maggiore qualità del prodotto finale.
Last but not least (anzi...), ci sono potenziali motivazioni economiche legate alle quotazioni in borsa. È facile intuire come la presenza o meno sugli
scaffali dei negozi di un titolo importante possa essere determinante per una
buona chiusura dell’anno fiscale, aspetto di vitale importanza per il
mantenimento di un valore elevato delle azioni piazzate sui mercati borsistici
internazionali.
Insomma, sarà che il passare
degli anni mi sta rendendo più diffidente e complottista (o forse solo meno
credulone), sarà che il backlog aumenta sempre più ed il tempo è sempre meno, fatto
sta che ormai ci sto facendo il callo, al punto che notizie sicuramente
spiacevoli come quelle citate in apertura di articolo sortiscono ormai poco
effetto sul sottoscritto.
Quello che è poco ma sicuro è che questa sorta di presa in
giro organizzata si sta alla lunga rivelando deleteria per la credibilità dell’intera
industria videoludica. Ma di questo, al di là di un'effimera caciara sui forum specializzati, sembra davvero importare poco a tutti quanti. The show must go on e basta poco per farsi distrarre e dirigere momentaneamente il proprio sguardo verso altri prodotti. Sino al prossimo ritardo ovviamente...
Articolo interessante. Molto spesso si fanno i paragoni con il cinema, ma sono a mio avviso poco azzeccati. I film vengono rimandati solitamente prima che si entri in fase di produzione, quando magari lo script non è ancora convalidato o non ci sono conferme a livello di produzione. Ma la produzione vera e propria di un film dura pochi mesi e si completa ben prima della release date finale. Tutto ben diverso dalle logiche del mercato videoludico, visto che il gioco entra in gold un mese prima dell'uscita e spesso si completa ben dopo attraverso patch e contenuti scaricabili. Impossibile pensare ad una soluzione, anzi l'aumento della complessità nello sviluppo dei videogiochi porta ad una serie di complicazioni che portano sempre più spesso a rinvii e cambi di data d'uscita. Per quest'anno dico "poco male", c'è tanta carne al fuoco in questo 2015 e anche se i tre titoli rimandati sono estremamente attesi e importanti, mi consolerò con i vari The Phantom Pain, Batman, The Witcher 3 e molti altri...
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