giovedì 23 aprile 2015


Tra circa un mese e mezzo ci troveremo tutti a commentare quanto mostrato dalle software house durante l’E3, fantasticando sui vari titoli in uscita nei mesi successivi. Un copione che si ripete ormai da diversi anni e che rappresenta sicuramente uno dei momenti cardine dell’annata videoludica. Proprio in questi giorni mi sono trovato a ripensare a quanto accaduto durante la kermesse losangelina dello scorso anno, ai titoli mostrati e alle aspettative verso un 2015 che sulla carta sembrava avere tutte le carte in regola per essere uno dei migliori anni della storia. L’utilizzo del tempo verbale passato non è casuale, perché buona parte delle frecce più appuntite presenti nella faretra dell’anno in corso sono improvvisamente sparite, vittime di glaciali comunicati stampa accomunati da tre parole: delayed to 2016.

Nel corso di poche settimane, ciascuna delle tre console presenti sul mercato ha infatti perso un pezzo da novanta della propria line-up. Ad aprire le danze è stata Sony con l’annuncio del posticipo di Uncharted 4: A Thief’s End, riuscendo in un sol colpo a scontentare i videogiocatori e ad auto-privarsi dell’unica esclusiva di spicco della stagione natalizia 2015 di PlayStation 4. Certo, le vendite della console vanno a gonfie vele e i titoli third party non mancano di certo. Tuttavia, resta sicuramente un po’ di amaro in bocca per il ritardo di quello che, a detta di molti, avrebbe dovuto rappresentare il primo vero titolo next-gen.
Se per Sony valgono le “giustificazioni” appena citate, lo stesso non può certo dirsi di Nintendo. A fronte di un 3DS commercialmente rivitalizzato dal suo ennesimo restyling, Wii U continua preoccupantemente ad annaspare alla ricerca di una sua identità. Inutile dire che il posticipo del nuovo episodio di The Legend of Zelda al 2016, oltre ad inferocire i fan della saga, ha di fatto privato la console Nintendo dell’unico potenziale system seller dell’annata. Facile comprendere come si siano prontamente diffuse illazioni che vedono dietro alla mossa della casa di Kyoto l’intenzione di traghettare il proprio gioco su NX, console che molti analisti danno in uscita (guarda caso) proprio nella parte finale del prossimo anno…

Poteva forse mancare all’appello Microsoft? Macché… Per non essere da meno, anche il colosso di Redmond ha deciso di rispettare le tradizioni che vedono i titoli sviluppati Remedy caratterizzati da gestazioni lunghe e travagliate, posticipando nuovamente l’attesissimo Quantum Break. Certo, era da un po’ che il buon Phil Spencer dichiarava che la line-up di titoli first party Xbox One previsti per la seconda parte del 2015 era troppo folta. In effetti, tra Fable Legends, Forza Motorsport 6, Halo 5 e Rise of the Tomb Raider, il rischio di farsi auto-concorrenza era obiettivamente concreto, ma spiace che a farne le spese sia stato proprio il titolo degli sviluppatori finlandesi.
In realtà, quella dei continui “delays” è una pratica alla quale avevamo nostro malgrado assistito già nel 2014, annata che aveva visto (fra gli altri) il posticipo di titoli del calibro di Batman: Arkham Knight, The Division, The Order: 1886, The Witcher 3 e Dying Light.

Alla luce di tutto questo mi viene spontaneo chiedermi quali possano essere le reali motivazioni alle spalle di questa pratica poco ortodossa. Sicuramente lo sviluppo di un titolo tripla A richiede al giorno d’oggi una quantità di risorse umane ed economiche considerevolissime, ma la classica scusa degli sviluppatori che si prendono più tempo per migliorare il gioco regge obiettivamente fino ad un certo punto. Sono piuttosto più orientato a pensare che in molti casi le release date vengano volutamente divulgate in maniera errata, in modo tale da garantire al prodotto una copertura mediatica maggiormente prolungata nel tempo. Ci sono inoltre da tenere in considerazione gli effetti psicologici: smaltita la delusione iniziale, quello che resta nella mente del potenziale acquirente è una sorta di effetto rassicuratore derivante dall’autoconvinzione che, effettivamente, l’attesa sarà ripagata da una maggiore qualità del prodotto finale.

Last but not least (anzi...), ci sono potenziali motivazioni economiche legate alle quotazioni in borsa. È facile intuire come la presenza o meno sugli scaffali dei negozi di un titolo importante possa essere determinante per una buona chiusura dell’anno fiscale, aspetto di vitale importanza per il mantenimento di un valore elevato delle azioni piazzate sui mercati borsistici internazionali.
Insomma, sarà che il passare degli anni mi sta rendendo più diffidente e complottista (o forse solo meno credulone), sarà che il backlog aumenta sempre più ed il tempo è sempre meno, fatto sta che ormai ci sto facendo il callo, al punto che notizie sicuramente spiacevoli come quelle citate in apertura di articolo sortiscono ormai poco effetto sul sottoscritto.

Quello che è poco ma sicuro è che questa sorta di presa in giro organizzata si sta alla lunga rivelando deleteria per la credibilità dell’intera industria videoludica. Ma di questo, al di là di un'effimera caciara sui forum specializzati, sembra davvero importare poco a tutti quanti. The show must go on e basta poco per farsi distrarre e dirigere momentaneamente il proprio sguardo verso altri prodotti. Sino al prossimo ritardo ovviamente...
Unknown
Scritto da Unknown

1 commento:

  1. Articolo interessante. Molto spesso si fanno i paragoni con il cinema, ma sono a mio avviso poco azzeccati. I film vengono rimandati solitamente prima che si entri in fase di produzione, quando magari lo script non è ancora convalidato o non ci sono conferme a livello di produzione. Ma la produzione vera e propria di un film dura pochi mesi e si completa ben prima della release date finale. Tutto ben diverso dalle logiche del mercato videoludico, visto che il gioco entra in gold un mese prima dell'uscita e spesso si completa ben dopo attraverso patch e contenuti scaricabili. Impossibile pensare ad una soluzione, anzi l'aumento della complessità nello sviluppo dei videogiochi porta ad una serie di complicazioni che portano sempre più spesso a rinvii e cambi di data d'uscita. Per quest'anno dico "poco male", c'è tanta carne al fuoco in questo 2015 e anche se i tre titoli rimandati sono estremamente attesi e importanti, mi consolerò con i vari The Phantom Pain, Batman, The Witcher 3 e molti altri...

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