In
lontananza, sebbene sia ancora un puntino sfocato, vedo l’inizio della
rinascita del gaming giapponese. Sarà che ho visto su Sky le selezioni di
X-Factor e mi sono imbattuto in questo
simpatico fenomeno da baraccone, ma oggi vedo di nuovo un futuro per gli
sviluppatori della terra del Sol Levante. In un solo giorno il Tokyo Game Show
ha portato con sé in dote un nuovo fantastico trailer di Final Fantasy
XV, l’annuncio del remaster in HD di Final Fantasy Type-0, venti minuti di
gameplay di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, il nuovo trailer e la data di
uscita occidentale di Bloodborne e le prime informazioni relative a Resident
Evil Revelations 2. Oppure sarà per la mia attesa spasmodica verso l’ormai
imminente Bayonetta 2, fatto sta che dopo molti (troppi?) anni bui riesco
finalmente a vedere un futuro per i titoli giapponesi. Certo, sono ancora
troppo poche le produzioni davvero tripla A, ma perlomeno qualcosa si sta
muovendo.
Proprio
questo Tokyo Game Show mi ha ricordato come i titoli che più attendo nel 2015,
fatta eccezione per The Witcher 3: Wild Hunt, siano tutti a matrice nipponica.
Se da una parte Kojima mi ha esaltato dapprima con i tanti gameplay del già
citato quinto episodio di Metal Gear Solid e per la geniale operazione di
marketing chiamata P.T.,
dall’altra parte c’è una pletora di titoli tutti potenzialmente interessanti:
cominciando da D4, pronto a sbarcare su Xbox One suddiviso in tre episodi,
passando per Bloodborne e finendo in un futuro molto lontano con X, Silent
Hills e Kingdom Hearts 3.
So
già che molti avranno da ridire su quanto scritto poco sopra, ma la mia grande
passione per i videogiochi è sbocciata prima e si è ravvivata poi proprio
grazie a grandi titoli con gli occhi a mandorla. Senza Final Fantasy VII, senza
Resident Evil, senza Chrono Trigger sarei un videogiocatore diverso, o forse
non avrei nemmeno più questa passione. Quindi gioia, gaudio e tripudio per
questi segnali di risveglio. E ora tutti a cantare R’essenzialeeeeeeee.
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Di
venerdì, settembre 19, 2014




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