sabato 15 febbraio 2014

Quasi otto anni. Più precisamente 2912 (duemilanovecentododici) lunghissimi giorni. Questo è il tempo che ha separato l’uscita di Xbox 360 (02/12/2005) da Xbox One (22/11/2013), la next-gen di allora (oggi prontamente e quasi sprezzantemente trasformata in “old”) dalla tanto attesa next-gen di adesso (che in realtà sarebbe meglio definire “current”, ma questo è un altro discorso…). Un lasso di tempo sicuramente più lungo del previsto. Vuoi per la crisi economica globale, vuoi per la capacità di Xbox 360 e PlayStation 3 di ringiovanire grazie a frequenti iniezioni di botox virtuale concretizzatesi in corposi lifting all’interfaccia utente, vuoi quel che vuoi… fatto sta che forse la si è tirata un po’ troppo per le lunghe. E siccome di continuare a sentire quelli che “il PC ce l’ha più lungo” non ce la si faceva veramente più, il sottoscritto, armato di preorder secolari, ha atteso l’ultima decade dello scorso novembre con l’hype tipico del talebano consolaro. E fa niente che di veramente meritevole da giocare ci fosse davvero ben poco. Day-one doveva essere. E day-one è stato…



Sono passati oltre due mesi dall’uscita sul mercato italiano di Xbox One e PlayStation 4. Due mesi e rotti passati a provare a fondo diversi giochi per le neonate, in abbinata a qualche timido tentativo di smaltire il backlog di titoli per le piattaforme pensionande (e sì, vista l’aria che tira, in quest’ultima categoria ci ficco di diritto pure Wii U). Ma non è tanto sulla qualità dei giochi che mi voglio soffermare. Non che non sarebbe necessario, intendiamoci… ma voglio essere fiducioso ricordandomi di quanta acqua è passata sotto i ponti da Genji: Days of the Blade a the The Last of Us.

A lasciarmi basito, piuttosto, è stata la spiacevole (e realistica) sensazione di trovarsi di fronte ad un qualcosa di raffazzonato, di buttato sul mercato in fretta e furia solo perché si era costretti a non mancare l’appuntamento col periodo prenatalizio. Dai, diciamocelo onestamente… Nonostante i 48 sistemi operativi contemporanei, il Kinect che ci predice anche se avremo un infarto e la super mega ultra potenza di PS4 (che se c’era ancora Saddam ne ordinava a palate, e altro che missili stavolta…) Xbox One e PlayStation 4 sono due prodotti ampiamente immaturi che, se valutati nel loro complesso, in termini di offerta di intrattenimento risultano addirittura incapaci di reggere il confronto con i loro predecessori.

Cominciamo dalle assurdità di Microsoft, che ormai ne combina una peggio che Bertoldo? Beh, alzi la mano chi pensava che avremmo dovuto attendere un aggiornamento del sistema operativo (arrivato proprio oggi) per vedere quanta batteria residua restava al nostro pad o lo spazio disponibile su un hard disk già di per sé prematuramente fagocitato da aggiornamenti talvolta grandi quanto il gioco stesso (3 GB di update per un gioco da 3 GB… Killer Instinct docet). Per non parlare delle installazioni eterne e della totale assurdità del sistema di gestione dei party e, più nel complesso, dell’intero multiplayer online. Già, proprio quello era sempre stato il fiore all’occhiello delle console della casa di Redmond. La lista delle vaccate potrebbe continuare ancora per un po’, ma preferisco fermarmi qui per passare alla rivale giapponese, che la moda del momento prevede debba essere idolatrata a tutti i costi, ma che in realtà sembra essere scesa in campo adottando il più classico dei catenacci calcistici, proponendo un’interfaccia talmente scarna e povera di feature da fare rimpiangere persino la tanto vituperata XMB di PS3. Della serie, quello che faccio lo faccio bene, ma in realtà, al momento, non faccio praticamente una benemerita ceppa.

Certo, la situazione è destinata a migliorare a breve, fatto sta che tra software di sistema in versione beta, risoluzioni video ballerine e titoli rimandati, la situazione si è rivelata decisamente meno rosea di quella che i miei preorder secolari (e il mio portafoglio) si sarebbero meritati.

Ah, e come se questo non bastasse, si è fatta largo in me la consapevolezza che dovrò mio malgrado continuare a sentire per un bel po’ di tempo quelli che “il PC ce l’ha più lungo”. Perché se ce l’ha più lungo già adesso, figuriamoci tra altri 2912 (duemilanovecentododici) lunghissimi giorni. No, è davvero troppo anche per me…


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Scritto da Unknown

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