Quasi otto anni. Più precisamente 2912 (duemilanovecentododici)
lunghissimi giorni. Questo è il tempo che ha separato l’uscita di Xbox 360
(02/12/2005) da Xbox One (22/11/2013), la next-gen di allora (oggi prontamente
e quasi sprezzantemente trasformata in “old”) dalla tanto attesa next-gen di
adesso (che in realtà sarebbe meglio definire “current”, ma questo è un altro
discorso…). Un lasso di tempo sicuramente più lungo del previsto. Vuoi per la
crisi economica globale, vuoi per la capacità di Xbox 360 e PlayStation 3 di
ringiovanire grazie a frequenti iniezioni di botox virtuale concretizzatesi in
corposi lifting all’interfaccia utente, vuoi quel che vuoi… fatto sta che forse
la si è tirata un po’ troppo per le lunghe. E siccome di continuare a sentire
quelli che “il PC ce l’ha più lungo” non ce la si faceva veramente più, il
sottoscritto, armato di preorder secolari, ha atteso l’ultima decade dello
scorso novembre con l’hype tipico del talebano consolaro. E fa niente che di veramente
meritevole da giocare ci fosse davvero ben poco. Day-one doveva essere. E
day-one è stato…
Sono passati oltre due mesi dall’uscita sul mercato italiano
di Xbox One e PlayStation 4. Due mesi e rotti passati a provare a fondo diversi
giochi per le neonate, in abbinata a qualche timido tentativo di smaltire il
backlog di titoli per le piattaforme pensionande (e sì, vista l’aria che tira,
in quest’ultima categoria ci ficco di diritto pure Wii U). Ma non è tanto sulla
qualità dei giochi che mi voglio soffermare. Non che non sarebbe necessario, intendiamoci…
ma voglio essere fiducioso ricordandomi di quanta acqua è passata sotto i ponti
da Genji: Days of the Blade a the The Last of Us.
A lasciarmi basito, piuttosto, è stata la spiacevole (e
realistica) sensazione di trovarsi di fronte ad un qualcosa di raffazzonato, di
buttato sul mercato in fretta e furia solo perché si era costretti a non
mancare l’appuntamento col periodo prenatalizio. Dai, diciamocelo onestamente…
Nonostante i 48 sistemi operativi contemporanei, il Kinect che ci predice anche
se avremo un infarto e la super mega ultra potenza di PS4 (che se c’era ancora
Saddam ne ordinava a palate, e altro che missili stavolta…) Xbox One e
PlayStation 4 sono due prodotti ampiamente immaturi che, se valutati nel loro
complesso, in termini di offerta di intrattenimento risultano addirittura
incapaci di reggere il confronto con i loro predecessori.
Cominciamo dalle assurdità di Microsoft, che ormai ne
combina una peggio che Bertoldo? Beh, alzi la mano chi pensava che avremmo
dovuto attendere un aggiornamento del sistema operativo (arrivato proprio oggi) per vedere quanta
batteria residua restava al nostro pad o lo spazio disponibile su un hard disk
già di per sé prematuramente fagocitato da aggiornamenti talvolta grandi quanto
il gioco stesso (3 GB di update per un gioco da 3 GB… Killer Instinct docet).
Per non parlare delle installazioni eterne e della totale assurdità del sistema
di gestione dei party e, più nel complesso, dell’intero multiplayer online.
Già, proprio quello era sempre stato il fiore all’occhiello delle console della
casa di Redmond. La lista delle vaccate potrebbe continuare ancora per un po’,
ma preferisco fermarmi qui per passare alla rivale giapponese, che la moda del
momento prevede debba essere idolatrata a tutti i costi, ma che in realtà
sembra essere scesa in campo adottando il più classico dei catenacci calcistici, proponendo un’interfaccia talmente scarna e povera di feature da
fare rimpiangere persino la tanto vituperata XMB di PS3. Della serie, quello
che faccio lo faccio bene, ma in realtà, al momento, non faccio praticamente
una benemerita ceppa.
Certo, la situazione è destinata a migliorare a breve, fatto
sta che tra software di sistema in versione beta, risoluzioni video ballerine e
titoli rimandati, la situazione si è rivelata decisamente meno rosea di quella
che i miei preorder secolari (e il mio portafoglio) si sarebbero meritati.
Ah, e come se questo non bastasse, si è fatta largo in
me la consapevolezza che dovrò mio malgrado continuare a sentire per un bel po’
di tempo quelli che “il PC ce l’ha più lungo”. Perché se ce l’ha più lungo già
adesso, figuriamoci tra altri 2912 (duemilanovecentododici) lunghissimi giorni.
No, è davvero troppo anche per me…
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Di
sabato, febbraio 15, 2014


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