venerdì 10 aprile 2015

Sono un novellino. Quattro decadi alle spalle, di cui 3 abbondanti trascorse col pad in mano, eppure sono ancora un videogiocatore novizio. Non lo sapevo fino ad una decina di giorni fa. Ho giocato e finito di tutto nella mia “carriera”, dai platform agli action, passando per strategici, puzzle e GDR. Centinaia e centinaia di titoli e titoloni. Certo ho incontrato delle difficoltà nel portare a termine giochi del calibro, a livello di sfida oltre che di qualità, di Ultimate Ghosts’n Goblins e Ninja Gaiden (giusto per citarne un paio di vecchia data) oppure per “millarne” o, meglio, “trestellarne” alcuni made by Nintendo. E’ innegabile che il trend recente abbia visto abbassarsi l’asticella della difficoltà della maggior parte dei videogiochi, riservando quel tipo di sfida scomunicante alle modalità “new game plus” oppure al gioco competitivo in multiplayer, ma mi ritenevo un giocatore esperto, di quelli magari non più ultra-reattivi (ahimè) ma capace di compensare con l’esperienza. Bene, mi sbagliavo.

Il risveglio dal sogno autocelebrativo è avvenuto tramite una serie di schiaffoni in pieno volto da parte di tal Hidetaka Miyazaki, ideatore della serie Souls e director del recentissimo Bloodborne. Ok ammetto mestamente di aver saltato a piè pari le esperienze Demon’s Souls e Dark Souls,  di questo entrambe i capitoli, sebbene il trittico sia parte della mia collezione e conseguentemente del mio infinito backlog. Potevo farmi mancare una bella copia di Bloodborne? Assolutamente no: è il gioco del momento, quello a cui l’assoluta maggioranza dei miei contatti PSN sta attualmente giocando, anzi direi addirittura vivendo visto la quantità e l’animosità delle discussioni in giro per i forum. Niente backlog però questa volta, no. Ho deciso di colmare la mia imbarazzante lacuna nei confronti di From Software partendo proprio da quest’ultimo titolo che, a quanto si dice, può davvero rappresentare il salto definitivo alla next-gen.
Questo accadeva circa due settimane fa. Nel mentre una decina di ore, o forse più, spese con Bloodborne. Ne avrei volute di più ma gli impegni professionali e familiari sono stati tanti, ma vabbè solita storia questa. Comunque avrei voluto dedicargli molto più tempo, e cascasse il mondo lo farò. Ad esser completamente sincero, vorrei sbrigare la pratica di questo post prima possibile, per tornare quanto prima a Yharnam. “Ok ti sta piacendo, e allora?”, direte voi. Verissimo, ma la cosa peculiare qui è che mi sta piacendo nonostante abbia speso le suddette dieci ore di gioco per superare solo la prima vera area di gioco, dopo serate a rimuginare riguardo la mia inettitudine, per poi tentare di autogiustificarmi trovando scuse di ogni tipo. O, meglio, di questo tipo: “gioco di merda, ingiusto, non fosse di moda sarebbe da bocciatura totale, la gente che lo apprezza non capisce una cippa di gameplay e bilanciamento, è solo per giovincelli con interi pomeriggi liberi..”. Eccetera, eccetera. Eppure, dopo ogni sessione da un’ora e più buttata nel cesso per aver mancato l’apertura del prossimo cancello, la voglia di riprovarci cresceva. Morte dopo bestemmia dopo morte, ho appreso le basi. Ci state giocando quasi tutti e avete più esperienza di me, quindi inutile descrivere ogni aspetto (e sarebbe comunque impossibile). Però cavolo, nemmeno un mini tutorial. Cioè mi hanno regalato due armi, una per mano, e ho dovuto perire come un indifeso agnello sacrificale per ben due volte all’interno della clinica (primissima “scena”) prima di capire come diavolo equipaggiarle. Che vergogna. Mia. Non del gioco, perché gioca proprio su quello, ok ANCHE su quello. Non ti guida verso il completamento, non ti dice cosa vuole, non ti dice niente di niente. Sta al giocatore scoprirlo. Schiaffo dopo schiaffo. Eppure riesce nell’impresa di non farlo demordere. Almeno questo è l’effetto che ha avuto su di me. Ad ogni fallimento la consapevolezza di aver appreso qualcosa di nuovo, di aver carpito un elemento in più utile a far meglio la prossima volta. E constatare che il tentativo successivo è andato effettivamente meglio. Certo, a patto di non aver avuto la spavalderia di non pesare ogni singola azione, ciascun passo all’interno di Yarmhan. In quel caso.. bè: due colpi subiti in sequenza e finita lì, sclero totale ma consapevolezza di esserne il colpevole. Perché il gioco è duro, spietato, ma sempre onesto, chiaro anche nelle regole non scritte o, meglio, non esplicite. Ma comprensibili con pazienza e applicazione, sospinti dalla voglia di migliorarsi, rendere possibile quel che prima non lo era, e godersi la fantastica atmosfera gothic-horror di cui Bloodborne è meravigliosamente pregno. E per quel poco che ho visto… il level design signori, il level design. Questo intreccio di ambienti, passaggi nascosti, scorciatoie e cancelli che riconducono all’hub centrale con una coerenza architettonica da far impallidire gli ingegneri impegnati con l’Expo milanese. C’è talento, c’è volontà di rendere Bloodborne quel pugno sul naso che è. Ci ho messo parecchio a capirlo, ma ci sono riuscito. E adesso non me ne staccherò fino ai titoli di coda, costi quel che costi.
PS. E’ vero, tecnicamente non è un prodotto perfetto. Il framerate è ballerino (ma mi dicono meglio che nei Souls), la telecamera e il sistema di aggancio sono certamente migliorabili. E così pure deprecabili quei casi in cui si resta incastrati tra gli elementi ambientali nel mezzo di uno scontro. Ma avviene di rado, e col tempo si impara ad evitare certe situazioni. E comunque possono pur essere difetti che potrebbero incidere sul voto di review, ma non certo sulla capacità di Bloodborne di attirare a sé il giocatore, strapazzarlo come nessun altro e farglielo pure piacere.
PPS. Questo post non vuole essere una recensione. Sono solo all’inizio, ancora non so quel che Miyazaki mi ha riservato da qui in avanti. E’ solo una prima impressione, ma forte, fortissima. Tanto da voler essere un invito a quei giocatori novelli come il sottoscritto: provatelo, schiattate, insistete, imparate. E potreste iniziare a goderne.
Unknown
Scritto da Unknown

2 commenti:

  1. Contento che tu non abbia mollato il colpo. La curva d'apprendimento è ripida, anzi, ripidissima. Facile scoraggiarsi e pensare che non ne valga la pena. Mi è successo nelle fasi iniziali di Dark Souls 2, il primo titolo di Miyazaki che ho giocato. Ma non ho mollato e ho trovato tutto quello che tu descrivi nel tuo pezzo: ho trovato un level design incredibile, ho trovato combattimenti difficili, bastardi ma appaganti, ho trovato boss battle epiche. Ho dovuto invocare qualche santo, ma la soddisfazione quando si raggiungono i titoli di coda è assolutamente impagabile. Quindi continua così, non demordere, non abbatterti di fronte ad un boss che non riuscirai ad abbattere. Torna indietro, prova a vedere se puoi raggiungere un'altra area, altrimenti livella e torna lì con un'arma diversa o potenziata. Insomma, sarà anche ai limiti dell'ingiusto, ma è un viaggio che ti ricorderai negli anni a venire.

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  2. Non lo so ragazzi... Io continuo a non capire e a rimanere totalmente d'accordo con quanto scritto dal buon Silvestri su Eurogamer . Io non ho assolutamente esperienza sulla serie, per cui convengo sul fatto che non sono nessuno per poter giudicare. Tuttavia, le poche ore che ho trascorso in compagnia di Bloodborne e le varie cose che mi dite e che ho letto mi fanno dire con assoluta serenità che no, questo tipo di giochi non fa per me. E' un po' come preferire un'esperienza sadomaso ad un classico rapporto sessuale. Forse la standardizzazione dell'offerta videoludica odierna ha stancato la coppia, che ora è alla ricerca di esperienza bizzarre per ravvivare il rapporto... :-) Altrimenti, davvero, non mi spiego come ci si possa divertire a spendere 4 ore della propria vita a tirar giù tutti i santi del calendario per passare una micro-porzione di gioco e contestualmente lamentarsi del proprio backlog e del poco tempo che ci resta a disposizione per videogiocare. Ma il mondo è bello perché è vario no? E ognuno, ci mancherebbe, ha il diritto di spendere il proprio tempo libero come meglio crede e come più lo diverte. Molto probabilmente sono io che sto diventando vecchio e, per certi versi, temo anche (come in parte diceva Angelo nel suo post) di non essere oggettivamente in grado di affrontare questo tipo di giochi.

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