domenica 25 maggio 2014

 
Perché scomodare Onan, secondo figlio di Giuda per parlare di Ground Zeroes? L’accostamento tra l’ultima opera di Hideo Kojima e la pratica dell’onanismo o del coito interrotto potrebbe sembrare un po’ forte o fuori luogo. In realtà è la prima cosa che mi è passata per la mente subito dopo aver completato il gioco e riposto il disco nella confezione. Perché è pur vero che le mie statistiche dicono dieci ore di gioco, ben quattro in più di quelle passate in compagnia di Ryse, ma è altrettanto vero che io gioco gli stealth con grande attenzione e con velocità degna del miglior bradipo. Il vero problema risiede nel fatto che il gioco è essenzialmente una demo, niente di più e niente di meno della prima missione sulla nave in compagnia di Solid Snake in Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty. Al secondo o terzo passaggio basta un quarto d’ora per arrivare ai titoli di coda, tra l’altro senza nemmeno fare troppa fatica. Il coito interrotto è però rappresentato non dal quantitativo di ore necessarie a portare a termine il gioco (o la demo, a voi la scelta), quanto nel fatto che la trama è solo abbozzata, con mille rimandi a Peace Walker, stranamente poche cut-scenes (giusto ad inizio e fine gioco) e soprattutto nessun boss epico o nemico particolarmente carismatico con cui confrontarsi.


Detta così, potrebbe sembrare una debacle su tutta la linea. In realtà Ground Zeroes si fa apprezzare da molteplici punti di vista. In primis il gameplay è finalmente svecchiato e molto meno legnoso del precedente Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots. Kojima sembra aver pescato a piene mani dai migliori titoli stealth degli ultimi anni, rendendo tutto molto più fluido, sia quando ci si deve riparare dietro ad un muro che durante le sparatorie o gli scontri corpo a corpo con i nemici. Nemici che sfortunatamente mantengono lo stesso modo di agire un po’ idiota dei precedenti episodi, quasi come se l’IA fosse rimasta quella già vista e stravista su PlayStation e PlayStation 2. Spesso è sufficiente colpire un nemico, lasciarlo a terra, aspettare che ne arrivi un altro, colpirlo e lasciarlo a terra, aspettarne un terzo e così via, fino a creare una bella collinetta di corpi uno sopra l’altro. E qui più che onanismo può sembrare un’orgia…


Sebbene molti degli elementi sopra indicati possano sembrare estremamente negativi, Metal Gear Solid V: Ground Zeroes si fa giocare con piacere, è pieno di chicche da scoprire, ha sempre una regia ed una recitazione di gran lunga sopra la media e regala i soliti momenti fortemente ironici che contraddistinguono un po’ tutte le produzioni di Kojima. Inoltre le missioni secondarie sono tutte molto divertenti ed offrono un’ulteriore sfida ai giocatori non sazi dopo aver terminato la campagna principale. E poi, finalmente, quel maledetto codec non suona più ogni due minuti.



Insomma, tornando all’incipit di questo articolo, la sensazione di coito interrotto, anche alla luce del fatto che il gioco sia uscito ad un prezzo tutto sommato non così contenuto, è decisamente evidente. Sembra chiaro e palese che questo sia un contentino in attesa della portata principale. E chissà se ce lo ritroveremo anche all’interno del disco di The Phantom Pain.
Unknown
Scritto da Unknown

1 commento:

  1. Devo ancora portare a termine la mia seconda run ma la sensazione è che tu abbia totalmente ragione, o quasi. Vero che il codec non interrompe come prima con un'infinità di chiamate in entrate, però tutte quelle audiocassette... E a dirla tutta, il contenuto di alcune di esse stona con gli spunti ironici, rischiando di scadere nel cattivo gusto

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