lunedì 13 ottobre 2014



Di recente mi sono trovato molto spesso a chiedermi il motivo per cui arrivato alla veneranda età di 36 anni il videogioco continua a rivestire un'importanza così grande nella mia vita. Come frequentemente accade di fronte ai numerosi dilemmi più o meno futili che il mio cervello bacato si auto-pone, non sono riuscito a darmi una risposta pienamente soddisfacente. In realtà "mi piace e basta" sarebbe già di per sé motivo più che sufficiente per troncare sul nascere la questione. Tuttavia, in una delle numerose notti insonni che funestano questo periodo poco tranquillo della mia esistenza, la riflessione è stata oggetto di ulteriore approfondimento, soffermandosi in maniera più specifica sul mio particolare gradimento verso i titoli con un'ambientazione virtuale particolarmente riuscita. Così mi si è accesa la lampadina e sono giunto ad una conclusione tanto banale quanto la domanda stessa: amo i videogiochi per l'immedesimazione che riescono a darmi rispetto ad altre forme di intrattenimento meno "interattive" come cinema e libri. Perché, insomma, mi fanno "vivere" e non "subire" una storia, un'avventura e, soprattutto, perché mi rendono partecipe di un viaggio verso luoghi fantastici.


Se ripenso ai titoli che ho gradito maggiormente negli ultimi anni penso a Grand Theft Auto, a Fallout, ad Assassin's Creed, ad Alan Wake, a Red Dead Redemption, a Bioshock, a Zelda. Si tratta di titoli che hanno come comune denominatore mondi virtuali talmente ben caratterizzati e riusciti da divenire i veri e propri protagonisti del gioco stesso, arrivando a volte quasi ad offuscare con la loro magnificenza gameplay incapaci di elevarsi verso le medesime soglie qualitative.
Io a Rapture, a Columbia, a Bright Falls, a Nuevo Paraiso, a San Andreas, a Masyaf ci sono stato, le ho potute visitare più o meno a mio piacimento, soffermandomi sui luoghi e sui panorami che più mi ispiravano, tanto da farli divenire patrimonio personale sotto forma di ricordi, quasi come avviene in una vacanza particolarmente agognata e riuscita.



Purtroppo non godo di molta memoria fotografica. Anzi, non ho molta memoria in generale (ma questo è un altro discorso...). Per cui, non potendo contare sulle centinaia di file JPG stipati in qualche cartella recondita del PC tipici delle vacanze più importanti della nostra vita, le strade percorribili per rinverdire i miei impolverati ricordi erano sostanzialmente due: ricaricare questo o quel gioco per rimettere piede almeno per qualche minuto nel luogo in questione o ricorrere al classico filmino delle vacanze guardando qualche video di gameplay su YouTube.

Inutile dire che per motivi di pigrizia o per la cronica mancanza di salvataggi di quella particolare zona che volevo rivisitare, quest'ultima scelta è stata quella su cui ho optato nella stragrande maggioranza delle occasioni. Ed è proprio in uno di questi ultimi tour virtuali che mi sono imbattuto nel canale YouTube di tale "ultrabrilliant", utente che, come suggerisce il nome, si è difatti rivelato piuttosto brillante. Visitando il suo account YouTube è infatti possibile trovare dei video veramente ben confezionati denominati "Other Places", attraverso i quali, in una manciata di minuti, è possibile rivivere con efficacia le emozioni e le peculiarità delle ambientazioni più riuscite della storia recente dei videogiochi, coadiuvati da brani presi dalla colonna sonora originale dei titoli in questione.



Che i vostri ricordi vi riportino verso la suggestiva Bright Falls di Alan Wake, verso i desolati deserti di Red Dead Redemption o verso le stridenti contraddizioni della Sao Paulo di Max Payne 3 poco importa. Ce n'è veramente per tutti i gusti e, nonostante alcuni video siano indubbiamente più riusciti di altri, vi posso assicurare che la qualità media si assesta sempre su valori piuttosto elevati.

"Other Places is a series celebrating beautiful video game worlds" recita la descrizione sotto ogni video postato dal buon ultrabrilliant. Da parte mia non posso altro che ringraziare virtualmente lo sconosciuto utente in questione. Grazie per le emozioni che hai fatto rinascere in me. Grazie per i ricordi che hai fatto riaffiorare. E grazie, soprattutto, per avermi fatto ricordare una volta per tutte del perché dopo così tanti anni continuo ad amare ancora i videogiochi.

Unknown
Scritto da Unknown

1 commento:

  1. Un ottimo pezzo, nonché una riflessione che noi tutti giocatori di vecchia data prima o poi facciamo. Io me lo chiedo abbastanza spesso perché dopo 30 anni sia ancora lì ad attendere l'uscita di un nuovo, atteso, videogioco. Me lo chiedo anche nei rari momenti di distacco dal videogioco, momenti che ho vissuto in alcuni momenti della mia vita. Una delle risposte è quella che hai dato tu, cioè nella capacità di farti entrare all'interno di mondi virtuali con molto più trasporto di quanto possa fare un libro od un film. Ma le mie motivazioni sono da ricercare anche nella possibilità di svagarmi in maniera attiva, di utilizzare altrettanto attivamente il cervello o di allenare i riflessi, nella sfida a volte anche ardua che mi ritrovo ad affrontare. E soprattutto perché riescono a farmi divertire tanto quanto mi divertivo quasi 30 anni, davanti al Commodore 64 o in una delle ormai defunte sale giochi della mia città.

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