Era il 1987 quando il NES venne ad occupare la scrivania della mia cameretta, corredato da un 14" Mivar in b/n... roba d'altri, bellissimi tempi. Erano quelli della meraviglia, della nascita di una passione, quella per i videogiochi, che da allora mi accompagna senza sosta, pur tra gli alti e bassi imposti dalla vita, quella vera. E Nintendo è sempre stata compagna, pur non da sola, di ogni mia stagione, di ogni lustro vissuto, per mezzo di una sua console. Il NES, poi il Super NES, l'N64, il GameCube... e il Wii. E fu proprio con lo sdoganamento del motion control come videogiocare casual per tutti (almeno guardando le vendite) che la mia fiducia nella grande N cominciò a vacillare, fino a sfociare nella decisione d'ignorare Wii U. Fino ad ora, perché solo gli ottusi non cambiano mai idea. Fino a quando un paio di semplici sessioni in multi split-screen a Mario kart 8 hanno riacceso la fiamma (Alberto, Gianluca, consideratevi colpevolmente responsabili).
Così, ecco il gamepad entrare in casa mia, e quel parallelepipedo nero ad affiancare le due speranze chiamate Xbox One e PlayStation 4, corredato da sette titoli tra i più appetibili tra quelli fin qui rilasciati: Mario Kart 8 per l'appunto, con Wind Waker HD omaggiato in digital download, New Super Mario Bros. U (& Luigi), Nintendoland (ok discutibile, ma a pochi euro e fruito in compagnia...), Zombi U, Donkey Kong Country Tropical Freeze ed infine, su gentile concessione del buon Gianluca, Super Mario 3D World. Una botta di Nintendoness tanto impetuosa da generare in me un voglia di videogiocare che non sentivo da tempo, nonostante avessi già in scaletta cosette come il DLC di TLOU Remastered, la trilogia dei Souls, InFAMOUS Second Son e, qui mi cospargo il capo di cenere, MGS3: Snake Eater (unico capitolo della saga mai completato sebbene dicano sia il migliore). Via, tutto rimandato probabilmente all'utopica età pensionabile, in favore di lunghe sessioni pacioccose a trestellare Mario World, studiare i circuiti di Mario Kart e bestemmiare, educatamente intendo, per i pezzi di puzzle in Donkey Kong. Letteralmente rapito, ringiovanito (da non confondersi con rincoglionito, seppur la differenze sia sottile) dietro salti pixel-perfect e accelerate all'accendersi del "2". Finalmente in HD e a piacimento svincolabile dal TV (però ca#@o, qualche metro di portata in più no eh??).
E' la Nintendo Difference, è quel feeling incessabile con i titoli first party di Miyamoto & Co. Sempre le stesse formule, reiteratissime ma con quelle piccole aggiunte apparentemente insignificanti ma in realtà di grande, rinnovata, bambinesca goduria. E poi tanta, tanta sostanza, tutta molto ben realizzata ( per il "calibrata" vi rimando al mio prossimo post d'Agosto... e a quello di Gianluca di qualche tempo fa). Pixel-perfect in 1080p, fluidissimo, in barba alla forza bruta di Microsoft e soprattutto Sony, che il videogiUoco deve divertire innanzitutto: i cotillons particellari in 4K 3D saran pure belli le prime volte, indubbio, ma poi? Chiusa parentesi, che poi comunque sotto sotto siamo tutti/e graphic wore.
Bello vero?
E' vero che le terze parti hanno o stanno abbandonando Wii U ma, fondamentalmente, chissenefrega! Ho visto una cartolina del prossimo Zelda (non Hyrule Warriors, quello vero dico) e son già innamorato. La notte sogno il nuovo Metroid. Magari anche uno Starfox e, non dico tanto, un paio di nuove IP o quantomeno un paio di reboot fatti bene. Chessò... WaveRace? Luigi's Mansion? Questo mi basterebbe per eleggere anche questa console al pari (beh, più o meno) delle precedenti, riservandole il suo spazio nella vetrina di quelle da ricordare (che, ad essere onesti, è preclusa a ben poco).
Chiaro, per far sì che la magia continui Nintendo dovrà saper raddrizzare i conti aggiustando il rapporto con un pubblico e un mercato forse più esigenti e meno inclini alla nostalgia di quanto non sia il sottoscritto. Quindi, un grande in bocca al lupo a tutti voi che da Kyoto ci leggete, e intanto grazie!
Solo un'ultima domanda: come faccio a staccare la mia dolce compagna da WindWaker HD? Intendo.. senza cancellarle il salvataggio...
Ps. L'immagine qui sotto da vedere a vostro rischio e pericolo, contiene link.
Mi autocommento per sottolineare che pur condividendo in parte quanto già scritto mesi fa da Gianluca riguardo WiiU e le strategie di Nintendo, io continuo ad amare i suoi brand storici. Certo ne vorrei di nuovi, però almeno nella propria ripetitività c'è un qualcosa di profondamente ludico che altri ancora non hanno saputo eguagliare se non in sporadiche occasioni.
RispondiEliminaHo letto con attenzione il tuo scritto caro Angelo. Questa volta mi sento di condividerlo solo in parte. Cioè, mi spiego... Capisco perfettamente cosa intendi quando parli della "gioia" di videogiocare e della cosiddetta "Nintendo difference". Il punto è che, a mio avviso, con Wii U siamo pericolosamente sulla soglia dell'abusare dell'affetto dei propri fan. Nintendo si sta dimostrando di un'ottusità che francamente mi risulta difficile da comprendere e giustificare. Il fatto di continuare a reiterare i propri brand, il fatto di fossilizzarsi su un unico genere (i platform) incapace di esercitare sugli utenti l'appeal di un tempo, l'incapacità di immettere sul mercato una quantità maggiore di titoli e qualche nuova IP, vuol dire semplicemente avere un management incapace e poco lungimirante. Sì, perché Nintendo con Wii ha fatto una caterva di soldi. Ha venduto milionate di console e, soprattutto, milionate di giochi, ma ha preferito tenerseli in saccoccia senza impostare una strategia a lungo termine che potesse in qualche maniera tenerla sulla cresta dell'onda. Il fatto che ormai le terze parti abbiano completamente abbandonato Wii U è la più lampante testimonianza di quanto appena descritto.
RispondiEliminaIo, pur continuando a supportare la casa di Kyoto, sono piuttosto scettico sul suo futuro come produttore hardware. Sono più propenso ad immaginare per Nintendo un futuro alla Sega, come fornitore di contenuti d'eccellenza per Xbox One e PlayStation 4 e, perché no, anche per dispositivi mobili. Sarà una realtà dura da accettare, ma probabilmente è l'unica strada pragmaticamente percorribile per evitare il baratro.
Anche perché, come accennavi tu nel tuo scritto, dopo il seicentesimo Mario di persone che cominciano a rimanere poco sensibili alla nostalgia iniziano ad essercene tante...
Mi sento in parte d'accordo con Angelo nel suo scritto ed in parte con la tua risposta. Ma sono altresì in disaccordo con entrambi. Prima di vedere Nintendo su hardware differenti (smartphone e tablet esclusi) devono sbagliare in pieno almeno un'altra console. Nonostante i risultati negativi dell'ultimo esercizio, Nintendo non ha praticamente mai chiuso in negativo, a differenza di altri colossi dell'intrattenimento (leggasi: Sony). La situazione finanziaria di Nintendo non è precaria come quella di Sega di qualche anno fa (era Dreamcast) e in cassa hanno denaro sufficiente per salvaguardare la propria indipendenza. Vedo piuttosto una Nintendo che torna alle origini, al giocattolo e a vie di business alternativo a quello attuale. Gli Amiibo ne sono l'esempio lampante.
EliminaSono invece d'accordo sul fatto che sia necessario un cambiamento, non tanto della sola Nintendo, quanto di tutto il mercato giapponese, sempre più marginale nei numeri quanto nello sviluppo di titoli tripla A in grado di accontentare i gusti anche dei giocatori occidentali. Finché si va avanti con Dynasty Warriors et similia non se ne uscirà mai.
Rimane il fatto che la Nintendo Difference esiste ancora e certi titoli come il già accennato Mario Kart 8 ne sono l'esempio. Anche se ormai credo sia giunto il momento di parlare di Indie Difference (sarà il tema di uno dei miei prossimi post) visto che ormai si trovano delle piccole gemme di gameplay anche su altre piattaforme (vedi l'immenso ed incredibilmente addictive Towerfall Ascension, REGALATO un paio di mesi fa su PlayStation 4).
Ciò che deve fare Nintendo a mio avviso sono tre cose:
1. Continuare a sviluppare i suoi brand storici.
2. Puntare forte sugli indie come stanno facendo Microsoft e soprattutto Sony
3. Se non riesce a sviluppare altri brand internamente, fare accordi con altri sviluppatori e publisher, come fatto con Platinum Games (Bayonetta 2, The Wonderful 101) e Tecmo Koei (Hyrule Warriors). Con una sola, grandissima, differenza: gli accordi vanno fatti con sviluppatori occidentali.