giovedì 4 dicembre 2014


Parlo di un amore nato 20 anni fa. Un amore adolescenziale, quasi brufoloso, ma allo stesso tempo un amore passionale e travolgente, di quelli che non dormi la notte e ti ronzano nella testa di continuo. Avevo 17 anni, con tanta esperienza di videogiochi alle spalle, tra NES, Commodore 64 e Amiga 500, ma l’acquisto della prima PlayStation ha avuto il sapore della prima volta. In realtà non la acquistai il 3 dicembre 1994, giorno della sua uscita giapponese, ma due anni (e due stagioni natalizie) dopo, verso la fine del 1996. Il primo titolo di cui mi innamorai fu il primo Resident Evil, tanto realistico quanto spaventoso, con quella villa che metteva i brividi ed i cani che mi facevano costantemente saltare sul divano dallo spavento.


Poi venne Winning Eleven, le sue fantastiche patch con squadre aggiornate, cori, scarpini e Jon Kabira che urlava “shutoooo” e la sua immensa giocabilità. Il tempo passava ed i capolavori aumentavano a dismisura. Era la console perfetta, quella che fece il vuoto attorno, affossando un già debole Saturn ed un fantastico ma mai completamente apprezzato Nintendo 64. Negli anni ’90 la console diventò sinonimo di PlayStation. Non si parlava di Nintendo 64, ma della PlayStation di Nintendo. Retaggio che ancora adesso, a distanza di vent’anni, è rimasto in bocca all’utenza più generalista. Così come rimasero nell’immaginario collettivo i simboli dei quattro pulsanti principali del joypad: triangolo, quadrato, cerchio, ics. Ma non solo quello, visto che PlayStation si diffuse così rapidamente anche grazie alla facilità con la quale si poteva modificare e all’altrettanto semplicità con la quale chiunque poteva masterizzare i giochi. Anche perché era l’era del gioco a noleggio (chi se lo ricorda?) ed un po’ come con i film bastava spendere qualche mille lire per avere un gioco tale e quale a quello originale, fatta eccezione per la mancanza di serigrafia sul CD o copertina (anche se per quest’ultima bastava una stampante di buon livello). E pensare che io mi compravo i giochi in versione NTSC-USA per evitare le bande nere del formato PAL. Una piaga, quella delle copie illegali, che pian piano è stata soppiantata, soprattutto grazie a console sempre collegate online e facilità da parte dei produttori di individuare i furbetti e bannarli da PlayStation Network o Xbox Live. Anche grazie alla pirateria, la console segnò un’epoca ed ebbe la fortuna di ospitare alcuni dei più grandi capolavori della storia dei videogiochi.


Oltre al già citato Resident Evil, o l’altrettanto amato Tomb Raider, l’amore più travolgente scoppiò verso la fine del 1997, quando uscì quello che ancora oggi è riconosciuto da molti come il miglior JRPG di sempre: Final Fantasy VII. Ricordo le serate passate in camera a giocarci, le lacrime per la morte di Aerith (non è più uno spoiler, a distanza di 17 anni, vero?), l’empatia con il protagonista e quella ancora più forte con l’antagonista, Sephiroth, uno dei migliori villain della storia dei videogiochi. Ma i tre esempi elencati qui sopra sono solo i più rappresentativi, perché ne potrei elencare a decine, da Final Fantasy Tactics a Xenogears, da Chrono Cross a Metal Gear Solid, da Castlevania Symphony of the Night a Crash Bandicoot, da Legacy of Kain: Soul Reaver a Parasite Eve. E potrei continuare per un’altra decina buona di righe. Non posso fare altro che ringraziare Sony e Ken Kutaragi per le gioie e le emozioni che hanno saputo regalarmi in questi 20 anni e per quelle che PlayStation 4 mi regalerà negli anni a venire.


E comunque io la PlayStation 4 in edizione limitata del ventesimo anniversario la vorrei proprio acquistare…
Unknown
Scritto da Unknown

2 commenti:

  1. Nostalgia portami via.. eh sì, grande stagione quella di PSX: grande macchina, grande marketing, grande diffusione, ma soprattutto grandi giochi. Che a guardarli ora forse fanno un po' tenerezza ma, pad alla mano, SIlent Hill, Gran Turismo, WipeOut, Coolboarders, Vib RIbbon e tanti altri (impossibile citare a memoria anche solo tutti i meritevoli) hanno ancora molto da dire in termini di gameplay. E come non ricordare poi alcuni degli sport televisivi più "eccentrici" della storia videoludica. Un esempio: https://www.youtube.com/watch?v=L9hyjDl53Ow

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  2. Davvero grande nostalgia e attaccamento al brand.
    C'è però da dire che non ho mai apprezzato quel loro modo di comunicare, così fuori dalle righe e irriverente, dell'epoca PS1 e PS2.

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