Quando si parla di arti visive generalmente si pensa alle immagini, a ciò che si vuole rappresentare sotto forma di opera da osservare, dando per scontato che la vista sia il senso maggiormente coinvolto.
Nell’ambito del cinema e dei videogiochi, però, l’audio ricopre un ruolo altrettanto importante, andando ad integrare l’opera e fornendo elementi senza dei quali ciò che si sta osservando risulterebbe incompleto.
Valutando questo aspetto da un punto di vista prettamente commerciale, il mondo del cinema è evoluto molto per quanto riguarda l’audio, inteso sia come colonna sonora che come dialoghi, al punto che gli appassionati sono ormai attenti tanto alla qualità visiva di un film quanto al suo sonoro.
Quando si pensa ad un videogioco, invece, il primo aspetto che viene in mente è la grafica, con il gameplay a rappresentare il secondo elemento da valutare, relegando quindi l’audio all’ultimo posto.
Ecco quindi che sia i cinefili che i videogiocatori spendono migliaia di Euro in televisori e proiettori, mentre solo i primi sono abituati a tenere in considerazione l’importanza di un buon amplificatore multicanale e di casse da posizionare nell’ambiente che utilizzano per le proprie passioni.
Chi videogioca, infatti, normalmente ascolta l’audio dallo stesso pannello che tanta qualità garantisce all’occhio quanto poco può soddisfare le orecchie, a causa di dimensioni per le casse molto contenute, spesso per venire incontro al design, e con la limitazione dei soli due canali stereo.
Mi sono sempre domandato il motivo di tale disinteresse da parte dei videogiocatori, che solo se anche appassionati di cinema si sanno destreggiare tra Watt, codifiche audio HD e versioni delle connessioni HDMI.
In fondo spesso si accomuna il cinema ai videogiochi, soprattutto negli ultimi cinque anni, quindi perché non trattarsi bene anche per quanto riguarda l’audio?
La qualità è sicuramente importante ma quello che riesce davvero a dare una marcia in più ai videogiochi è l’audio surround.
Un esempio su tutti: Alien Isolation.
L’ultima fatica di Creative Assembly tiene fede al film di Ridley Scott, riuscendo a convincere sia dal punto di vista visivo, andando a riprendere l’estetica propria della pellicola, quanto per quanto riguarda l’audio: una colonna sonora mai invasiva, creata più per sottrazione che per ricchezza di elementi, e un’effettistica che mette al centro l’immersione del giocatore nel mondo di gioco ne fanno il test perfetto per un impianto surround.
Soprattutto vestendo i panni di Amanda Ripley al massimo livello di difficoltà, l’audio risulterà talmente integrato nel gameplay da diventare uno strumento da utilizzare a proprio vantaggio, nella disperata lotta per la sopravvivenza contro l’alieno: rapidamente si inizierà a fare affidamento sulle musiche, in grado di crescere in tensione proprio nei momenti di maggior rischio, cercando quindi di intuire cosa sta per accadere prima che il destino si compia. Dopo qualche ora di gioco, quindi, il rapporto con l’alieno si inizierà a fare molto più intimo e si imparerà a valutare lo stato d’animo del proprio avversario proprio ascoltandolo. Il respiro, i versi gutturali, la velocità del suo passo saranno elementi fondamentali per riuscire ad avere la meglio rimanendo nell’ombra, soprattutto quando sporgersi da un nascondiglio potrà fare la differenza fra la vita e la morte. Tale rapporto sarà però mutuo, in quanto anche l’alieno sfrutterà il proprio udito, al punto tale che giocando ad hard sarà praticamente vietato correre, pena la morte, con le rapide falcate dello xenomorfo che copriranno per rapidità e volume le proprie, prima di ritrovarsi la sua coda a trafiggere il proprio petto.
Innumerevoli quindi le volte in cui si riuscirà a sopravvivere solamente perché l’alieno si è calato da un condotto d’aerazione alle nostre spalle e l’impianto surround ci farà percepire la minaccia istantaneamente, rendendo possibile un tuffo in extremis verso un elemento dello scenario in modo da bloccare sul nascere il contatto visivo.
Alien Isolation è però solo un esempio ma anche gli FPS, soprattutto se competitivi e online, possono migliorare notevolmente utilizzando un impianto surround. C’è però da dire in quell’ambito si stanno rapidamente diffondendo cuffie e prodotti specifici, che cercano di massimizzare la resa audio aggiungendo in più un microfono per la chat con i propri compagni.
Lo stesso vale per action adventure di ogni tipo: avete mai provato ad affrontare i passaggi più concitati di Uncharted 2 con un impianto audio di tutto rispetto? Il campione di incassi di Naughty Dog tornerà a nuova vita, al pari del ben più recente The Last of Us.
Un consiglio, quindi: la prossima volta che vi viene in mente di spendere dei soldi nel rinnovamento del vostro impianto, pensate al comparto audio al pari di quello video. Le vostre orecchie ringrazieranno e l’immedesimazione farà passi da gigante, probabilmente in maniera molto più sostanziale rispetto ad un paio di pollici di televisore in più.
.png)
Di
domenica, dicembre 07, 2014





Impossibile non condividere quanto tu hai ben argomentato riguardo l'importanza del comparto audio come componente forte e paritetica dell'esperienza videoludica moderna. Altresì, devo fare mea culpa per non aver mai investito adeguatamente su di un buon impianto audio, pur avendo speso parecchio in tutto il resto. Il punto è, per quanto mi riguarda, trovare una soluzione unica e mobile per completare degnamente le mie due (tre se includo il pc) postazioni di gioco. Cuffie quindi, ma quali compatibili con tutti i sistemi odierni? Consigliate i please!!!
RispondiElimina