L'avvicinarsi di un nuovo mese coincide ormai puntualmente con l'annuncio dei nuovi titoli gratuiti che faranno parte dell'Instant Game Collection di PlayStation e della selezione di Games with Gold di Xbox. Gli abbonati ai due servizi premium di Microsoft e Sony hanno ormai imparato ad incrociare le dita durante gli ultimi giorni del mese, sperando che tra i giochi free del mese successivo ci sia proprio quel titolo di particolare interesse che si stava aspettando. È recente consuetudine che su console next-gen (ma non solo) buona parte dei giochi inclusi nell'offerta siano titoli indie (argomento di cui abbiamo abbondantemente parlato anche in una recente puntata del podcast Gaming Effect). Non è certo mia intenzione criticare questa scelta (tutt'altro).
Infatti, pur non potendo certo definirmi un particolare estimatore degli indie, comprendo e giustifico questa decisione sia da un punto di vista puramente commerciale (il "costo" di un prodotto di questo genere è sicuramente minore rispetto a quello di un titolo retail, compresi quelli con qualche mese alle spalle), sia da un punto di vista meramente qualitativo (è innegabile che la categoria possa ormai annoverare tra le sue fila titoli dall'indubbio spessore). C'è però una cosa che non ho mai capito, non sto capendo e, probabilmente, non riuscirò mai a comprendere fino in fondo: la moda (mania?) della pixel art.
All'inizio l'ho trovata un'idea simpatica e di effetto. Quando tra il 2012 e la prima parte del 2013 hanno fatto il botto i vari Retro City Rampage, Hotline Miami, Lone Survivor e Towerfall Ascension ho visto il fenomeno come un'ulteriore conferma della maturità del medium videogioco. Certo, quelli appena citati non furono di certo i primi esponenti di questa sorta di revival nostalgico. Già negli anni precedenti avevano fatto parlare abbondantemente di sé altri titoli come Canabalt e Bit.Trip Beat, ma il successo ottenuto dai titoli sopra citati (insieme ovviamente ad altri che per ragioni di tempo e spazio non sto ad elencare), fu talmente eclatante da portare alla definitiva affermazione di questo genere stilistico.
Facile intuire come da lì ad un paio d'anni saremmo stati invasi da una quantità industriale di titoli in pixel art. Cosa che, difatti, si è puntualmente verificata. La domanda che mi pongo è tanto banale quanto efficace: ce n'è davvero il bisogno o si è arrivati semplicemente a cavalcare la moda del momento e, quindi, in qualche modo ad abusare di questo genere stilistico?
Non vorrei prodigarmi in discorsi qualunquistici, ma personalmente credo che i titoli in pixel art stiano in qualche maniera enfatizzando proprio quegli aspetti che talvolta mi rendono invisi una fetta di titoli indipendenti (un esempio su tutti? Fez). Alludo a quella sorta di deriva snob ed elitaria rappresentata dal diabolico cocktail costituito da meccaniche di gioco retrò e difficoltà bastardissime, in questo caso coadiuvate da una cosmesi capace di esercitare appeal quasi esclusivamente verso i giocatori più hardcore e di vecchia data.
Mi rendo conto che si tratta di considerazioni semplicistiche e che il discorso meriterebbe un'analisi decisamente più approfondita. Però, porca miseria, quando sento incensare e sparare i votoni ad un gioco come Nidhogg, o, per restare su temi più attuali, al recente #IDARB, boh... rimango perplesso, non capisco e non apprezzo (è probabile che le ultime due cose siano collegate a doppio filo...). Sembra che ormai vada di moda incensare titoli di questo tipo e dare contro ai titoli più moderni, quasi a sottintendere una sorta deriva nostalgica verso un'epoca in cui il mercato videoludico era più "aristocratico" e non lasciato alla mercé della massa videogiocante moderna "capace solo di fraggare a Call of Duty o di giocare al FIFA/PES di turno".
Con questo non sto dicendo che li vorrei vedere sparire. Per carità. C'è spazio per tutti (per fortuna). Solo che, davvero, non capisco come, nell'Anno Domini 2015, si possano perdere ore dietro a titoli pluriosannati come Super Time Force o Shovel Knight che, seppur ben fatti (nessuno sta obiettando questo!), sono comunque prodotti che a mio avviso appartengono ad un'altra epoca. E allora tanto vale buttarsi sul retrogaming, no?
È chiaro che sto volutamente esagerando e provocando. Mi rendo conto che questo stile grafico permette di contenere i costi di sviluppo, dando modo a tutti gli sviluppatori di esprimersi senza dover necessariamente ricorrere a super team di N persone sovvenzionati dal publisher di turno. Mi rendo conto di come ciò che alcuni soggetti riescono a fare con la pixel art è davvero incredibile (basta guardare la recente comparsa online del remake della sigla dei Simpson per averne conferma). È solo che per me giocare ad un gioco in pixel art nel 2015 è come andare al cineforum ad assistere ad un rassegna di film d'essai in bianco e nero. C'è a chi piace e a chi no. Io faccio parte della seconda categoria.
Ora potete insultarmi liberamente...
1 - C'è pixel art e pixel garbage
RispondiElimina2 - in quanto giochi, valutare prima il gameplay. Altrimenti tra 10 anni avremo solo i blockbuster a scadenza annuale e una marea di bellissime (da vedere) visual novel
3 - più facile trovare una perla tra mille schifezze che dover scegliere tra poche
4 - e poi... Ti sei appena ricomprato Vita. Che intendevi farci?
Credo ci sia un equivoco... Io non ce l'ho con gli indie. Anzi, è un mondo a cui voglio cercare di avvicinarmi di più, per superare almeno parzialmente quelli che penso possano essere dei miei preconcetti (da qui il ri-acquisto di PlayStation Vita). Ce l'ho (parola grossa...) con la pixel art in quanto scelta stilistica. Tutto qua. Forse non ho esplicato in maniera sufficientemente chiara questo concetto nel mio post... :-(
RispondiEliminaNon so se rispondevi al mio commento o intendevi aggiungere un chiarimento globale al tuo post. Nel secondo caso, mi era chiaro.
EliminaNel primo caso torno sul contenuto del mio commento:
- punto 1 riguarda esattamente lo stile visivo, non altro.
- punto 2, tu dici che non capisci come si possano perdere ore su titoli come Shovel Knight o STF, non per il contenuto ludico ma per l'estetica. E io ribatto suggerendoti di godere dell'ottimo gameplay di alcuni titoli che forse se non fossero pixellosi non avrebbero lo stesso feeling... o forse nemmeno avrebbero visto la luce. E poi, di nuovo, c'è pixel ART e monnezza, proporio come per i tripla A.
- punto 3 e 4 sono chiari credo... con il 4 battuta sdrammatizzante :)
Ho ricevuto qualche feedback particolarmente negativo sul mio scritto. In sostanza, mi si contesta di aver scritto delle eresie e di essere "ignorante". Posto che il mio scritto contiene opinioni personalissime (che come tali dovrebbero essere rispettate a prescindere dalla loro bontà), cerco di fare ulteriormente chiarezza per evitare che si faccia di ogni erba un fascio. Io non ce l'ho con i titoli in Pixel Art (né tantomeno con gli indie in generale). Non ne sto chiedendo la loro scomparsa dalla faccia della terra, né, tantomeno, sono incazzato perché tolgono spazio ad altri "regali" su PS Plus o Gold (con tutti i soldi che spendo, purtroppo, in videogiochi, non mi strappo di certo i capelli se quello che viene offerto gratuitamente da MS e Sony non mi piace). Sto solo dicendo che non riesco ad apprezzarli e che, al di là di alcune sporadiche occasioni, personalmente non li capisco (nel senso che su di me non esercitano nessun appeal). Punto. Non ci vedo nulla di scandaloso. A voi piacciono? Giocateci. Ci mancherebbe. Siamo in una paese libero. Tuttavia, quando sento gente che schifa e non prova nemmeno buona parte dei titoli tripla A moderni perché "sono pieni di bug", "non vanno a 60 FPS", "sono sempre la stessa cosa", e poi spendono ore a giocare a Super Time Force su One o a Shovel Knight su Wii U, boh, rimango perplesso. Tutto qui. Se poi volete erudirmi io sono qui. Lo scopo di scrivere su un blog è anche quello di discutere di un argomento. Se volete commentare (possibilmente argomentando), siete quindi i benvenuti. Peace & love.
RispondiEliminaArrivo a gamba tesa per sottolineare quanto detto da Angelo che continui però a non voler cogliere.
RispondiEliminaAl di là della pixel-art, che è uno stile che può piacere o meno (oltre ad esserci pixel-art e pixel-art),
c'è un prodotto che può avere altre qualità.
Incidentalmente, la qualità è, di tanto in tanto, davvero alta.
Talvolta addirittura la si trova gratis, in titoli misconosciuti, come Maldita Castilla.
Oltretutto, passi Shovel Knight (titolo a mio avviso splendido), che ha meccaniche, controlli e leveldesign
che non si discostano dal passato a 16bit, l'ultimo lavoro di Capybara Games, Super Time Force di retro si
ritrova esclusivamente la veste.
E' un gioco moderno, con un concept davvero inetido per il genere (nonostante il timewarp sia tutt'altro
che estraneo al mondo dei videogiochi, basti pensare al relativamente recente Braid), estremamente raffinato
da un punto di vista tecnico, e dotato di livelli di scrittura (nel suo genere, piuttosto parodistico)
di elevata fattura. Davvero uno dei titoli più belli del 2014.
Aggiungo che non amo particolarmente la pixel-art degl'ultimi titoli made in Cabybara, anche se ne riconosco
la fattura soprattutto per il comparto relativo alle dettagliatissime animazioni.
Se per te la pixel-art è una barriera d'ingresso troppo grande, non è sforzando le meningi che puoi trovare
la chiave d'ingresso e fare breccia , ma sforzandoti di giocarne qualcuno ed approfonditamente.
Il più delle volte sono titoli che offrono una sfida meno hardcore di quanto possa suggerire lo stile grafico.
Ed in generale, considerati i budget in ballo, impegnano per un numero limitato di ore.
Concludo, senza voler spingere sull'argomento "non tutti i giochi possono essere per tutti", che se non
fosse per la "democraticità" della pixel-art oggi sarebbero estinti i nuovi Contra, i nuovi Ghost'n'Goblins
ed i nuovi Thunderforce. E non esisterebbero delizie narrative come To The Moon.
100% d'accordo. Ben detto e benvenuto su queste pagine! .... Ora corro a riprendere To The Moon, l'avevo lasciato a metà e me n'ero scordato. Mea culpa
EliminaInnanzitutto grazie per il tuo intervento. Io non metto in dubbio che ci possa essere della qualità nei titoli in Pixel Art. Quello che sto cercando semplicemente di dire è che personalmente faccio davvero fatica a passare sopra all'aspetto grafico così retrò. Probabilmente (anzi, sicuramente a questo punto...) sarà un limite mio.
EliminaRilancio tuttavia con un'altra domanda/provocazione: siamo davvero sicuri che la qualità presente in molti dei titoli proposti in pixel art, con la sovrabbondanza dell'offerta videoludica odierna (tra titoli retail ed indie), non la si può trovare anche altrove? C'è davvero bisogno di ignorare 20 anni e passa di progresso per tornare a divertirsi con meccaniche di gioco che potrebbero tranquillamente essere proposte con grafiche bidimensionali maggiormente curate (come fanno, peraltro, diversi altri titoli)?
Scusa ma questa tua non è una provocazione, ma proprio una mancanza di volontà di capire che la pixel-art è ormai da considerarsi quasi come un vero e proprio "movimento artistico", come lo fu l'impressionismo, il divisionismo, il cubismo o la metafisica.
EliminaOltre ad essere in molti casi una necessità tecnica, è divenuto un modo di esprimersi, che non può "arrivare" a tutti nella stessa maniera.
Insomma mai come in questo caso "fare di necessità virtù" calza a pennello.
Oggi la Pixel-art è considerata una corrente largamente apprezzata, la dove all'inizio sembrava un vezzo, un modo per scimmiottare un passato sovrastato da quello che tu chiami progresso (dove ci sono solo pixel più piccoli, ma stanno sempre li).
Progresso che porta a titoli come Heavy Rain dove la tecnica è di varie lunghezze migliore dello scarso, a mio avviso, contenuto.
Sono state raccontate "storie indie" molto, molto più belle di quelle del signor Cage.
Insomma magari tra qualche tempo rivaluterai la pixel-art. Del resto l'impressionismo era considerato piuttosto male da pittori "d'accademia", ed oggi i quadri di Monet, Pisarro o Renoir sono, a ragione, retenuti dei capolavori.
Non metterci troppo però, altrimenti andrai ad ingigantire il backlog :)
No eh!! Non mi toccate Cage! :) Ok sono uno dei pochi ad aver amato anche Farenheit, ma se c'è una cosa che apprezzo più di altre nell'opera di Cage è proprio il suo modo di raccontare e di creare atmosfera. Tutto molto IMHO, ovviamente. :)
EliminaCredo non ci sia un giusto ed uno sbagliato in tutto ciò che ho letto. L'articolo è un parere personale e se una cosa non piace o rappresenta una barriera troppo grande da superare, non le si da attenzione. A me non piacciono i film dei fratelli Coen, non c'è niente da fare. Ci ho provato più volte a vederli ma non fanno per me. Eppure mi piace il cinema impegnato.
RispondiEliminaLa pixel art è uno stile visivo piuttosto definito e può piacere o non piacere. Se è di nicchia un motivo ci sarà. D'altra parte capisco e appoggio chi dice che ci sarebbe da andare oltre il mero aspetto visivo, perché non si può mettere tutto nel calderone e pensare che tutti i titoli con quello stile siano identici. Come detto nei commenti sopra, dietro l'aspetto visivo si possono celare titoli molto retrò e hardcore, così come giochi solo apparentemente "vecchi" nelle dinamiche. Shovel Knight ad esempio è molto classico, mentre Hotline Miami (che personalmente ho amato) non lo è.
Anche a livello stilistico ci sono titoli più riusciti, come a mio avviso lo splendido Towerfall Ascension ed altri che sono un po' difficili da digerire, come Nidhogg. Eppure mi son fatto delle gran risate con Nidhogg, magari un gioco poco profondo o scarsino a livello contenutistico, ma fonte di tanto divertimento sul breve-medio periodo.
Insomma, il consiglio che posso darti è di provarne qualcuno, perché potresti trovare titoli che proprio non ti aggradano ed altri che potrebbero appassionarti o letteralmente rapirti. Vai oltre il mero aspetto visivo e goditi alcune perle di gameplay, secondo me non te ne pentirai.
Io dico che riguardo i fratelli Coen potresti ricrederti... stasera finale di stagione e poi film, abbi fede :)
EliminaConsiglio questa rivista in Flipboard
RispondiEliminahttp://flip.it/YSJcr