Secondo me l’età spesso inaridisce il cuore. Riduce l’intensità percepita delle emozioni presenti, che risulteranno sempre inferiori alle emozioni provate in passato. Questo spiega l’effetto vecchiaia per il quale ai vecchi non va mai bene niente. La sindrome “una volta era tutto più bello”.
In quanto giocatore di centipede al bar quando era una novità, io sono un vecchio della fruizione videoludica. Ho ben chiaro l’effetto vecchiaia che ho descritto, perché fa parte di me: per me i videogiochi odierni molto raramente reggono un confronto con i capolavori del passato.
Nonostante sia consapevole di questo, la mia perversione è tale che continuo saltuariamente a giocare, alla ricerca delle emozioni intense del passato. Ecco spiegato l’aggettivo sporcaccione di cui mi faccio fregio e mi vanto.
Questa ricerca attenta e continua ha recentemente portato sullo schermo della mia PSVita un illustre rappresentante del cosiddetto genere “metroidvania”. Onestamente non mi piace questa immonda definizione, che fa riferimento a due mostri sacri, e che dunque non può che distogliere l’attenzione dal titolo in questione, suggerendo un confronto davvero arduo.
Per questo evito la suddetta definizione per utilizzarne una più neutrale. Guacamelee è un gioco di azione ed esplorazione con elementi beat ‘em up.
Se dovessi richiamare altri giochi dal passato per descrivere Guacamelee, citerei sicuramente Viewtiful Joe per la declinazione stylish del concetto beat ‘em up, e (che sorpresa!) Metroid per il sistema di potenziamento che permette di accedere a nuove aree da esplorare.
Guacamelee è un gioco che puntavo da tempo, e sul quale riponevo una discreta fiducia fatta di commenti di amici, immagini, filmati e recensioni. Insomma: la scelta non è stata casuale.
Sicuramente il gioco ha per me delle premesse promettenti, ma comuque molto difficili da mantenere.
Guacamelee si ispira ad alcuni grandi del passato anche per quel che riguarda la difficoltà: non è un gioco facile. La velocità e la precisione dei movimenti sono essenziali, ed il ritmo è frenetico al punto che di tanto in tanto è necessario mettere in pausa il gioco per riposare le dita. Una situazione che per me è indicativa di un gioco molto sfidante. Il numero dei comandi è alto, le combinazioni sono moltissime, e la precisione è assolutamente necessaria. In questa situazione è fondamentale che il gioco sia calibrato in modo corretto, pena la frustrazione e il successivo abbandono del gioco.
In effetti la giocabilità è un grande punto di forza di Guacamelee, e la sfida è davvero divertente. E’ un gioco veloce, intenso. Grazie alla pratica si possono padroneggiare tutte le azioni. Se ci si dedica seriamente a migliorare, ci si sente partecipi e direttamente responsabili di tutti i progressi che portano alla vittoria. Insomma, un gioco old style nel senso migliore del termine. Posso riportare questo parere in modo sincero e sereno, perché tra evocazioni di maledizioni potentissime e crampi alle dita mi sono fatto strada fino alla fine del gioco. Una soddisfazione ed un vanto old style.
La meccanica, davvero ben riuscita, è inserita in una ambientazione originale e ben realizzata: il Messico stereotipato delle trombette squillanti, dei sombrero e della lotta libera vissuta come sport popolare. La musica accompagna e completa l’immersione all’interno delle varie ambientazioni di gioco: dai campi di agave alle foreste, dai villaggi assolati alle montagne e alle grotte. Non aggiungo altro, perché secondo me in questo gioco è bello stupirsi e seguire gli eventi man mano che accadono, senza sapere nulla in anticipo. La realizzazione degli ambienti è ben curata, ed è pervasa da una costante vena di umorismo che contrasta in modo piacevole con la difficoltà generale del gioco. Le citazioni ai classici del passato sono molteplici. Bellissime quelle ricorrenti a “Los Super Hermanos” Mario e Luigi.
Questo gioco trasuda passione e rispetto per i grandi classici videoludici. Un prodotto confezionato sapientemente da persone non solo ispirate, ma anche talentuose. Tutti gli ingredienti necessari sono presenti e dosati correttamente. Un plauso speciale alla componente esplorativa, fatta di side quest e tesori nascosti, integrati davvero bene all’interno del gioco. Tanto è vero che dopo aver finito il gioco sono ritornato volentieri sul mio ultimo salvataggio per indugiare ancora un po’ nelle varie sezioni eslorative. L’atmosfera è quella calorosa e famigliare dei giochi vecchio stile, in cui si continua a giocare dopo la fine per il puro gusto di giocare ancora. Di fare meglio. Di rivivere ancora qualche momento insieme al proprio alter-ego, al quale ci si è un po’ affezionati.
In estrema sintesi: una bella idea realizzata bene. Un gioco ispirato in maniera consistente ai migliori canoni del bel gioco classico. Nel bene e nel male: nella semplicità apparente del gioco e nella difficoltà a cui i giochi odierni raramente puntano.
Insomma, un gioco che rinfranca un vecchio sporcaccione videoludico.
Probabilmente anche questo effetto è legato alla vecchiaia: con l’avanzare dell’età a volte si apre una porta sul retro del cuore, attraverso la quale passano certe emozioni e sensazioni che in passato restavano fuori. Questo è l’effetto vecchiaia per il quale il nonno si commuove davanti al nipotino. Una sensazione profonda che la vita è un ciclo che si ripete. Un ciclo in cui c’è sempre speranza, anche per un vecchio sporcaccione videoludico come me.
Dopo una tale celebrazione, credo sia giunto anche per me il momento di dedicare qualche ora a Guacamelee!. Ti dirò di più, mi hai convinto con l'uso sovrabbondante ed intenzionalmente ripetuto dei termini gioco/giochi/giocare. Ne ho contati 28. E non possono non essere indice di quanto questo "titolo" sia divertente nel suo gameplay.
RispondiEliminaCredo che una parte del mio entusiasmo per Guacamelee derivi dal fatto che l'abbia giocato quasi in parallelo con The Walking Dead (Stagione 1). Beh, sicuramente The Walking Dead è stato un esperimento interessante, con una trama molto bella. Bello, ma per me non è stato un gioco. Un gioco per me è Guacamelee.
EliminaSe non ti spaventa la difficoltà (in realtà non impossibile, ma comunque superiore agli standard attuali), secondo me è un'esperienza piacevole. Specialmente se hai voglia di un'esperienza videoludica "old style"!
Non sono mai stato amante dei titoli in stile "metroidvania" (giusto per utilizzare questo termine a te inviso), però, ecco... Guacamelee è un gioco che potrei anche provare a giocare, magari proprio su PS Vita (nonostante tra Games with Gold e PlayStation Plus nei mesi passati abbiano praticamente regalato tutte le versioni casalinghe...). Ci proverò e ti dirò cosa ne è venuto fuori. Se si rivelerà un'esperienza positiva vorrai dire che... sei forte! ;-)
RispondiEliminaNon per fare la punta alle supposte, però questo non é esattamente un "metroidvania". È un po' più un "Viewtiful Samus". Pertanto come genere dovremmo esserci!
EliminaProvalo e poi sarò molto curioso di sentire il tuo parere!
Io son convinto che se ti impegni potresti anche riuscire a finirlo... Eh sì perché... perché sei forte! (Cit.)
Seguono applausi e risate registrate.
Il gioco è meraviglioso a mio modo di vedere ma, per carità, giocaci con un joypad decente invece che sulla scomodissima PSVita.
EliminaTra l'altro a parte l'ultimo boss, non l'ho trovato affatto difficile, ma lo avrei trovato frustrante sugli orrendi analogici di Vita.
Caro RayX: tu non mi conosci, ma io sì, perché seguo il vostro podcast. Complimenti.
RispondiEliminaMi fa piacere che Guacamelee ti sia piaciuto: una bella conferma :-)
Aggiungo un paio di note agli spunti del tuo commento:
Sul fronte della difficoltà, la mia esperienza è stata opposta alla tua. Il boss finale è stato per me la parte più facile, perché oramai avevo il controllo più assoluto del personaggio. Una passeggiata. Per me la parte difficile è stata arrivare a quel livello di controllo: le migliaia di combinazioni di movimenti, mosse speciali, salti, switch dimensionali che ho dovuto compiere senza errori durante l'esplorazione di tutti i livelli prima di sentirmi davvero padrone al 100% del personaggio.
Questione PSVita: per me PSVita non è "una opzione", ma l'unica possibilità. Non me ne lamento. Mi va benissimo così: in questo periodo PSVita mi ha dato grandissime soddisfazioni. E' una bella console, ed è flessibile e fruibile. Secondo me è un bel prodotto. Non dubito che al mondo esista di meglio. In ogni caso secondo me è esagerato unire aggettivi iperbolici come scomodissima e orrendi alla PSVita. Io ci ho finito Guacamelee, mi ci sono divertito, sono sopravvissuto, e spero di sopravvivere a molti altri giochi belli come questo :-)
My two cents…. ed ora via con una console war, come ai vecchi tempi! Hahahah