mercoledì 11 febbraio 2015


Non mi riferisco a Francesco Totti. Ne mi riferisco alla polemica innescata su Facebook da Matteo Salvini sulla fascia da capitano recapitata a Sulley Muntari durante la recentissima partita di campionato che vedeva il Milan opposto alla Juventus. Stranamente non sto parlando di calcio. Parlo del capitano Nintendiano che finalmente esce dal mondo di quel personaggio ruba scena che risponde al nome di Mario per diventare protagonista di un gioco tutto suo. Insomma, mi riferisco a Captain Toad: Treasure Tracker, che in realtà nasce da una costola di Super Mario 3D World, passando a conti fatti da mini-gioco atto a riempitivo dell’esperienza platformica con il solito italico idraulico, a vero e proprio titolo standalone con Toad come personaggio principale. Rimane pur vero che Toad continua ad avere il carisma di una Sottiletta Kraft, ma si tratta perlomeno di un esperimento da parte di Nintendo per una variazione sul tema platform e per dare qualcosa di nuovo in pasto agli affamati acquirenti di Wii U.


Cosa dire quindi di questo inatteso quanto interessante Captain Toad: Treasure Tracker? Intanto si può dire con certezza che si fa giocare piacevolmente. Il costo budget potrebbe far pensare ad un gioco breve o dalla limitata vena creativa, invece Nintendo è riuscita nell’intento di confezionare un ottimo titolo, che si fa giocare con estremo piacere e che si presta ad essere completato più volte. Il perché è presto detto. I livelli sono solitamente molto piccoli e lo scopo ultimo è quello di raggiungerne la fine in modo da poter conquistare una stella dorata. Per terminare i 3 episodi dell’avventura (composti rispettivamente da 18, 18 e 28 livelli) non serve altro. Come sempre nei titoli di piattaforme di Nintendo, per accedere ai livelli bonus finali è necessario usare perlomeno un pizzico di cervello e completare anche gli obiettivi secondari. Il primo, e più importante, consiste nel raccogliere tre diamanti dislocati (e spesso nascosti) all’interno dei livelli. Compito che passa dal semplice all’ostico, soprattutto nelle sezioni dove è necessaria una precisione millimetrica. Nulla di così sconvolgente comunque, visto che al secondo giro si scovano tutti con discreta facilità. Infine, bisogna raggiungere un terzo obiettivo nascosto, nel senso che quando si comincia un nuovo livello e fino a quando non lo si porta a termine, non si sa quale sia l’obiettivo da raggiungere. Solitamente consiste nello scovare un ben nascosto fungo dorato, nel non essere colpito dai nemici, nel raccogliere un determinato numero di monete o nello sconfiggere o non sconfiggere gli avversari. Completando anche questi obiettivi si sbloccano ulteriori livelli (invero pochi e marginali) all’interno dell’episodio bonus, disponibile dopo aver terminato il gioco. Completando anche questo obiettivo in tutti i livelli, si sblocca una sorta di time attack, nel quale è necessario far correre il non troppo atletico Toad in modo da completare i livelli entro il tempo prestabilito. Insomma, volendo c’è davvero tante carne al fuoco, anche se probabilmente il time attack diventa disponibile quando l'interesse è già colato a picco.


I livelli sono un mix di piattaforme e puzzle, con un ritmo molto lento dove la ragione prevale sulla destrezza. Il povero Toad, oltre ad essere un po’ paffutello come il bambino preso in giro da Siani a Sanremo, non possiede queste grandi abilità. Non può saltare, non può correre velocemente, non si può arrampicare. Sostanzialmente può solo deambulare, salire le scale, attivare piattaforme, cadere in testa ai nemici e utilizzare le mani per estrarre oggetti dal terreno. Bastano però queste poche cose per rendere il gioco godibile e divertente. Ad aiutare Toad c’è la fedele (?) compagna Toadette, altrettanto incapace nell’eseguire azioni offensive verso i nemici e dotata delle medesime abilità di (Jean) Toad. Il nemico di turno non è ovviamente l’onnipresente Bowser, bensì il pennuto Wingo, che va affrontato più volte fino all'ovvio scontro finale. Insomma, a conti fatti Captain Toad: Treasure Tracker è un buon videogioco, un passatempo senza troppe pretese ne guizzi creativi d’altissimo livello, ma comunque un ottimo esponente del genere puzzle-platform. Certo, magari è giunta l’ora per Nintendo di tirare fuori un protagonista con un minimo di carisma in più, perché immedesimarsi in un funghetto paffuto non credo sia il sogno dei giovani giocatori di tutto il mondo…
Unknown
Scritto da Unknown

4 commenti:

  1. Io mi immedesimo benissimo in fungo paffuto :)
    Poi sempre lo stesso discorso, Nintendo è l'unica che fa ancora, ad alto budget, questo genere.
    Lasciatela stare.
    Se pure Nintendo si mette a fare i Dark Souls o gli Uncharted (ammesso che abbia il know-how) poi chi li fa i giochi "classici Nintendo" ?
    Ma poi in fondo anche Xenogear è di Nintendo no? Almeno quanto lo sono Uncharted e The Order di Sony.

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    1. Considera che del gioco ne parlo bene, a me è piaciuto e posso dire che mi ha colpito positivamente, anche perché mi aspettavo un'esperienza più breve e meno rifinita visto il prezzo budget. Però potevano fare lo stesso gioco con un personaggio diverso, non legandolo necessariamente al mondo di Mario e mettendo nemici un po' più carismatici (Wingo boss finale no, dai...). Così come il fatto di dover affrontare lo stesso boss più volte... mi sembra che con un minimo di sforzo in più si potrebbe migliorare ulteriormente un pur ottimo risultato... i platform DEVONO continuare a farli, ma si devono per forza legare al mondo di Mario, Kirby e Yoshi?

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    2. Che il gioco sia interessante ed originale è assolutamente fuori discussione. Così come però è fuori discussione (almeno secondo me, si intende), che Nintendo a volte sembra pervasa di un immobilismo a tratti imbarazzante. Ne abbiamo già discusso millemila volte di questa cosa e so che la vediamo diversamente, ma io continuo a chiedermi il motivo per cui la casa di Iwata non riesca praticamente mai ad uscire dai sui cliché, dai suoi personaggi a tratti anacronistici. Forse quando vedrai un gioco intero dedicato a Peach Oro Rosa o a Morton ti renderai conto che forse un poco di ragione ce l'avevo... :-)

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    3. Ma il gioco nasce come spin-off di Super Mario 3D World, espandendo una bella idea (nemmeno ricchissima, se vogliamo) curandola quasi a livelli dei tripla-a come solo Nintendo riesce a fare coi suoi prodotti.
      Capisco l'astio verso l'immaginario Nintendo che non sopportate più (di tanto in tanto viene a noia anche a me, non sono mica di legno), ma io "Ezio Auditore" non ce lo avrei visto in un gioco del genere :)
      Cosa avrebbero dovuto fare? Inventare personaggi ad-hoc proprio per Captain Toad?
      Insomma io continuo a pensare che Nintendo debba continuare a fare la Nintendo, perché è capace di investire budget medio-alti in titoli che nessun altro ha il coraggio di fare in questo mercato. E lo può fare anche perché forte di uno zoccolo duro che vuole i suoi personaggi.

      E poi, parafrasando una cosa che dico sempre di giochi con "personaggi carismatici" ne è pieno il mondo :)

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