venerdì 22 agosto 2014
Porca TroTa? Paura e Terrore? P.T.


Gamescom 2014, conferenza Sony: alle 19:30 sale sul palco Kojima, per raccogliere gli applausi di rito e presentare alcune nuove meccaniche stealth implementate in MGS5: The Phantom Pain. Un video esilarante, con usi bizzarri di scatolame vario, addirittura la confezione di una PS4 come copricapo/camouflage. Hideo, sei sempre il solito burlone..... TAC! Snake sparisce dallo schermo, i commentatori tutti ad ipotizzare problemi tecnici, il prossimo trailer in scaletta immediatamente lanciato per evitare l'imbarazzante black-out.

P.T. di 7780s studio. Cos'è? Un horror game apparentemente, lo schermo mostra le reazioni di scomposto terrore di due ipotetiche giocatrici. "Now available on PS4". Addirittura? Poi lights on, e sul palco un nuovo ospite, avanti un altro. Ma quel P.T.? Mai annunciato prima, eppure già disponibile. Lo scarico, via: 1.4Gb di demo gratuito, nessuna opzione di acquisto oneroso. Quindi è uscito o no? Boh, forse domani.. intanto meglio provarlo....


Intro inesistente, solo una spartano menu per regolare luminosità e lingua dei sottotitoli, quindi il risveglio in una stanza spoglia e semibuia. Che devo fare? Visuale in prima persona, i due stick analogici a controllare visuale e spostamenti, i tasti.. apparentemente inattivi, almeno per ora. Una porta, il solo avvicinarla la apre. Sono in un corridoio, una casa piuttosto comune, di sera, poche luci accese. Altre persone nei paraggi? Sembra di no... ma qualcosa di poco bello qui è successo di sicuro: lattine vuote per terra, decine di blister di pillole varie sparsi in giro, rifiuti, abbandono, foto strappate. Immagini di una coppia, i classici sposi degli States anni '70. Attraverso il corridoio, mi soffermo a guardare il telefono, non c'è verso che riesca ad interagire con qualche oggetto. Svolto l'angolo, una porta chiusa alla mia destra, più avanti l'atrio d'ingresso, la porta principale anch'essa sbarrata. Alzo la testa e vedo una balconata interna, luci spente al piano di sopra. Una radio è in bella mostra su di una credenza invasa da cartacce, fiori secchi, un'altra foto della coppia felice. Nessuna interazione, anzi sì. Casualmente scopro che si può zoomare con R3. Ma giusto quello, boh. Un'ultima porta lì in fondo, dietro cui intravedo la scala verso... credo il seminterrato, la luce è bassa come l'atmosfera generale impone. Scesi i gradini un'altra porta: ok vado, tanto qui non ho combinato nulla di che. Mi avvicino, si apre, un altro corridoio, simile a quello appena visitato.


Anzi, è lo stesso!! Ma che cazz@??? Eppure... qualcosa è cambiato. La radio gracchia notizie di cronaca nera, mi avvicino per sentire meglio, riprovo tutti i tasti, zoom. Clack! La porta in fondo, un secondo prima chiusa, si apre. Vado, scendo di nuovo i gradini, varco la soglia: ancora lo stesso corridoio, ma ora giungono rumori da quella porticina dietro l'angolo, sempre serratissima. C'è qualcuno, o qualcosa, lì dentro. La radio parla di un brutale omicidio multiplo. La tensione sale. Un nuovo loop. La tensione sale ancora. Un altro loop. Paura. Loop. Spavento. Loop. Sempre più paura. Loop e ancora loop. Angoscia, terrore, enigmi, frasi indecifrabili. E dopo due notti di prova e riprova risolvo finalmente l'enigma finale, ma non prima di aver consultato un numero imprecisabile di forum, perché la soluzione è tutt'altro che banale. Anzi, nemmeno sembra efficace al 100% e facilmente ripetibile. Questo P.T. sta facendo impazzire tutti i giocatori, l'intera comunità PS4 ne parla, ne discute, spuntano teorie strambe. E spunta soprattutto una rivelazione che... sarebbe da spoiler ma vabbé... se già non lo sapete è perché siete stati ai Caraibi lontano da tablet e smartphone per le ultime tre settimane. Quindi ben vi sta, che sono troppo invidioso. Ad ogni modo, tutti a parlare di questa demo. In primis perché la soluzione è difficilmente decifrabile. Anzi, ce ne sono di diverse, ma nessuna sembra sicura: assurdo, ma sicuramente originale. Secondo, è incredibile quanto un piccolo gioco con un singolo claustrofobico ambiente e minimali meccaniche di gameplay riesca nell'arduo scopo di terrorizzare il giocatore: paura genuina, atmosfera "agghiaccianDe" (qui siamo sempre sul pezzo!).
Terzo punto: finito il gioco si scopre che altro non è che il "Playable Teaser" (P.T.) di qualcos'altro, introdotto da un breve trailer.


Una cittadina apparentemente deserta, di notte, poche luci e tanta foschia. Bè, bella grafica, sembra quasi il Fox Engine... Visuale in terza persona, un uomo di schiena. Pochi passi, si volta. Ma è Norman Reedus, il Daryl di The Walking Dead!! E proprio lui, il suo nome sullo schermo, e poi quello di Guillermo Del Toro (un nome che non necessita di presentazioni, credo), quindi quello di Kojima. Infine, il titolo: Silent Hill...S.

"It will make you shit your pants". Hideo, il solito, geniale burlone.
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venerdì 15 agosto 2014
(in) compagnia delle (degli) indie


Il mio approccio ai videogiochi sta cambiando. L'ho già detto ma tendo spesso a ripeterlo qui, ai miei amici e colleghi, a me stesso. Il videogioco in generale sta cambiando. L'ultima conferenza di Sony alla Gamescom ha infatti delineato quello che sarà il futuro dei videogiochi, fatto di un quantomai interessante mix di titoli tripla A e indie. Il mio tempo libero, così come quello di molti miei coetanei trentenni, si livella verso il basso di anno in anno e spesso non c'è la possibilità di dedicare 50-60 ore ad un singolo videogioco. Soprattutto quando si è curiosi e si vuole variare tipologia di gameplay con una certa frequenza. Inoltre è spesso frustrante dover riprendere in mano il pad dopo due settimane e ritrovarsi con la necessità di doversi ambientare nuovamente ai comandi o più semplicemente ricordarsi nei dettagli a che punto della storia è rimasta la partita salvata nella precedente sessione di gioco. Diventa così sempre più comune l'approccio mordi e fuggi, spostando quindi l'attenzione su titoli magari semplici, magari lineari e story driven. Insomma, via le mani da quei lunghissimi free roaming e datemi qualche buon indie!


Nelle ultime settimane mi sono accorto di aver concentrato le mie attenzioni e soprattutto la mia curiosità verso diversi titoli indipendenti. Oltre al già recensito (su queste pagine) Monument Valley, giocato nel lungo volo verso Los Angeles nella settimana dell'E3, ho passato alcune ore in compagnia dell'ottimo Thomas Was Alone, gioco dapprima pubblicato su PC e successivamente su PS Vita e smartphone/tablet. Seppur semplice da vedere ed immediato nel gameplay, il gioco si è rivelato una piccola grande perla capace di intrattenere e raccontare una storia meglio di molti titoli tripla A dal nome altisonante. Non è necessaria una grafica ultrarealistica, bastano delle piccole forme geometriche per raccontare una storia basata su temi come la conoscenza di se stesso, la gelosia, l'invidia e soprattutto la diversità.


Proprio grazie a titoli come Thomas Was Alone, Monument Valley e Towerfall Ascension ho finalmente deciso di fare quel passo che fino ad ora mi aveva sempre spaventato: installare Steam. Non l'ho fatto per giocare qualche famoso titolo con una veste grafica più pompata, anche perché il mio computer non me lo permetterebbe. L'unico motivo di tale scelta è insito nella possibilità di recuperare molti titoli indipendenti che mi sono perso per strada, partendo con The Banner Saga e To The Moon, passando poi per The Stanley Parable e Dear Esther. E chissà quanti altri in futuro!


Senza dimenticare i tanti indie annunciati in questi ultimi mesi da Microsoft e Sony. Soprattutto quest'ultima, sia all'E3, ma ancor di più alla Gamescom, ha fatto capire quanto siano importanti i titoli indipendenti per la strategia del colosso nipponico e soprattutto quanto sia possibile fare in termini di gameplay e varietù. Rime di Tequila Works entra di diritto tra i miei titoli più attesi nel 2015, così come l'altrettanto interessante The Vanishing of Ethan Carter. Insomma, tanti piccoli team di sviluppo sono pronti a regalarci tanti nuovi mondi da scoprire e altrettante storie indimenticabili...
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mercoledì 13 agosto 2014
Late to the western party



Nel corso degli anni, da buon appassionato, sono stato troppo spesso incapace di resistere alle sirene tentatrici, acquistando al day one la maggior parte dei (tanti) titoli a cui ero interessato. La conseguenza di questa sorta di sindrome da acquisto compulsivo è stata che la quantità di giochi comprati è risultata inversamente proporzionale al tempo libero a mia disposizione, a tal punto che i titoli finiti sullo scaffale dei titoli da giocare si sono pericolosamente accumulati. A farne le spese, al di là del portafoglio, sono stati principalmente titoli di una certa durata, prodotti che per essere goduti appieno richiedevano una fruizione approfondita ed un quantitativo piuttosto consistente di ore da dedicare loro. In questa (per me) poco onorevole lista, ci sono (tra gli altri) titoli del calibro di Mass Effect 2 e 3, Skyrim, Metroid Prime Trilogy e Red Dead Redemption. Considerato il mio amore per Rockstar e per gli open world in generale, è proprio il titolo sviluppato da Rockstar San Diego ad essere stato il più anomalo rappresentante di questa categoria. Utilizzo il tempo passato perché si tratta di un'anomalia che, complice un mese di agosto caratterizzato (almeno qui nel nord Italia) da un tempo quasi autunnale, sto cercando di sanare durante queste settimane di ferie estive.

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Caccia alle streghe!


Non c'è niente da fare, il mondo dei videogiochi sta diventando una vera e propria caccia alle streghe di proporzioni sempre più preoccupanti. Non contenti dei mesi passati a parlare di downgrade, ieri è stato il turno della povera Square Enix, trattata letteralmente a pesci in faccia per l'annuncio esclusivo (temporale?) di Rise of the Tomb Raider su Xbox One. Forum (e giornalisti) hanno detto di tutto in merito a questa mossa da parte di Microsoft, che immagino avrà ricoperto di soldi Square Enix per accaparrarsi una forte esclusiva sulla propria console. Cosa c'è di male in tutto questo? Assolutamente nulla! E allora perché si è scatenato tutto questo putiferio? Certo, Tomb Raider è una saga sbocciata su PS One e sempre uscita su console Sony, ma basta questo per gridare allo scandalo per la mossa di Square Enix? La risposta è ovviamente negativa, non c'è alcun tipo di motivo valido per arrivare persino ad inveire contro Darrell Gallagher, General Manager di Crystal Dynamics.


L'unica vera motivazione alla base di quanto accaduto subito dopo il press briefing di Microsoft alla Gamescom 2014 risiede nell'estremo desiderio da parte dell'utente attuale di contestare qualsiasi cosa. Sarà che fino a pochi anni fa i giovani scendevano in piazza a scioperare per ideali di un certo valore, mentre quelli di oggi si infervorano per questioni di gran lunga meno importanti, oppure perché i social network ed i blog (sì, anche quelli) hanno dato fiato a chiunque, forse anche a coloro che dovrebbero contare fino a duecento prima di postare qualcosa, ma rimane il fatto che si è ormai giunti ad un livello di esasperazione quasi insopportabile. Ebbene sì, Rise of the Tomb Raider uscirà sicuramente prima su Xbox One, magari addirittura in esclusiva. Non avete Xbox One e volete così tanto giocarlo? Risparmiate un po' e compratevela, così godrete anche di altre esclusive di livello, come Quantum Break. Potete permettervi una sola console? Giocherete ad altro e ve ne farete una ragione, d'altronde con una sola console vi state perdendo molto altro. Comprando solo PlayStation 4 ci si perde Mario Kart 8 e Bayonetta 2. Comprando solo Wii U ci si perde The Order 1886 e Uncharted 4. A proposito, perché Bayonetta 2 va bene (nessuna polemica per un brand nato su PS3 e Xbox 360?) e Tomb Raider no? Ma forse è una domanda che non dovrei pormi e che, con tutta probabilità, rimarrà senza risposta.
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lunedì 4 agosto 2014
Nintendo, ancora tu? Ma come fai?


Era il 1987 quando il NES venne ad occupare la scrivania della mia cameretta, corredato da un 14" Mivar in b/n... roba d'altri, bellissimi tempi. Erano quelli della meraviglia, della nascita di una passione, quella per i videogiochi, che da allora mi accompagna senza sosta, pur tra gli alti e bassi imposti dalla vita, quella vera. E Nintendo è sempre stata compagna, pur non da sola, di ogni mia stagione, di ogni lustro vissuto, per mezzo di una sua console. Il NES, poi il Super NES, l'N64, il GameCube... e il Wii. E fu proprio con lo sdoganamento del motion control come videogiocare casual per tutti (almeno guardando le vendite) che la mia fiducia nella grande N cominciò a vacillare, fino a sfociare nella decisione d'ignorare Wii U. Fino ad ora, perché solo gli ottusi non cambiano mai idea. Fino a quando un paio di semplici sessioni in multi split-screen a Mario kart 8 hanno riacceso la fiamma (Alberto, Gianluca, consideratevi colpevolmente responsabili).
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