martedì 31 marzo 2015
White Night


No, non si tratta di quelle notti bianche in cui i negozi stanno aperti fino a tardi e noi ometti siamo pressoché costretti ad abbandonare il sacro divano ed il divino pad/telecomando per accompagnare l’amica/fidanzata/moglie/amante che sia alla ricerca del sandaletto definitivo. E nemmeno di quelle notti IN bianco di un passato notturno speso tra locali e storie d’amore stroncate sul nascere. E nemmeno di quelle future, anzi imminenti, che vivrò in quanto padre.
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Ritorno di fiamma



Posso dire con assoluta convinzione che Final Fantasy è la serie che più mi ha formato nel periodo adolescenziale. Lo ammetto, non ho giocato ai primi sei capitoli della serie, intanto perché non ho mai avuto NES e SNES, e soprattutto perché il mio amore per i JRPG è sbocciato solamente dopo l’acquisto della prima PlayStation. Come tutti gli amori, si vivono periodi di grande passione ed altri di appannamento e raffreddamento. L’amore passionale è nato con la trilogia su PlayStation, poi c’è stato l’amore maturo e consapevole, su PlayStation 2 e Xbox 360, dapprima con Final Fantasy X, X-2 e XII e successivamente con oltre un anno trascorso a scorrazzare su Vana’Diel, mondo persistente di Final Fantasy XI, prima iterazione online della famosa saga.
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mercoledì 11 marzo 2015
Il tempo è denaro. O forse no...


The Order: 1886 è sicuramente un prodotto controverso. Presentato da Sony come la prima vera esclusiva tripla A per PlayStation 4, il titolo sviluppato da Ready At Dawn nel momento in cui scrivo si assesta su una valutazione Metacritic pari a 65. Di sicuro non un bel biglietto da visita… Sul titolo di casa Sony si sono scagliate le critiche non solo della stampa specializzata, ma anche degli utenti, contrariati da un gameplay eccessivamente teleguidato e da una durata complessiva dell’esperienza di gioco giudicata insoddisfacente (anche in virtù dell’assenza del mulitplayer online). Ad onor del vero, a fare da contraltare a questi giudizi negativi, si sono levate anche le voci di giocatori che, stanchi di titoli open world iper vasti che per essere completati richiedono oltre 20 ore di gioco, hanno in qualche modo finito per gradire il gameplay per certi versi anacronistico di The Order.
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martedì 10 marzo 2015
Superfantagenio



Mi è sempre piaciuto il genio della lampada. Sarà che sono cresciuto con i film di Bud Spencer tatuati nella mente, o forse per l’esoticità del personaggio. D’altronde chi non amerebbe una persona in grado di esaudire ben tre desideri? Io ho le idee ben chiare su quelli che esprimerei, ma ovviamente non li dico. Per celebrare l’acquisto del nuovo e fiammante New Nintendo 3DS ho deciso di cimentarmi con un gioco per il gioiellino appena acquistato e trascurare per qualche giorno le ben più utilizzate console casalinghe. E quale avrò scelto per testarne le capacità? Monster Hunter 4 Ultimate? Sbagliato. The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D? Manco per sogno. Ho scelto… Shantae and The Pirate’s Curse! Vedo già le facce un po’ spaesate delle persone che stanno leggendo. Perché un gioco scaricabile su Nintendo eShop e non uno dei nuovi tripla A usciti su New Nintendo 3DS? Semplicemente perché è un bel gioco, nonché il terzo episodio (dafuq) di una non troppo conosciuta saga ideata da WayForward, team da tempo allenato nella realizzazione di ottimi metroidvania per le più svariate console portatili e casalinghe.
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martedì 3 marzo 2015
Taccuino di un vecchio sporcaccione videoludico


Secondo me l’età spesso inaridisce il cuore. Riduce l’intensità percepita delle emozioni presenti, che risulteranno sempre inferiori alle emozioni provate in passato. Questo spiega l’effetto vecchiaia per il quale ai vecchi non va mai bene niente. La sindrome “una volta era tutto più bello”. In quanto giocatore di centipede al bar quando era una novità, io sono un vecchio della fruizione videoludica. Ho ben chiaro l’effetto vecchiaia che ho descritto, perché fa parte di me: per me i videogiochi odierni molto raramente reggono un confronto con i capolavori del passato. Nonostante sia consapevole di questo, la mia perversione è tale che continuo saltuariamente a giocare, alla ricerca delle emozioni intense del passato. Ecco spiegato l’aggettivo sporcaccione di cui mi faccio fregio e mi vanto.
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domenica 1 marzo 2015
Il mio gusto che cambia, nella forma e nel colore


A volte non riesco a capire se il diventare vecchio mi stia rendendo più acido o comprensivo. Ci sono quelle volte in cui mi sento come un vecchio rompipalle, un po’ come Abraham Simpson insomma. Quell'anziano scorbutico e ormai prossimo al rincoglionimento. Ultimamente però mi capita ancora più spesso di sentirmi come un appartenente ad una minoranza etnica. Un po’ tipo quelle donne afroamericane che fanno di no con l’indice e nel farlo ti fulminano con lo sguardo. Perlomeno in campo videoludico è così che mi sento. Troppo spesso mi capita di trovarmi in disaccordo con quello che piace o non piace alla massa critica. D'altronde ho sempre pensato che uniformarsi ti faccia sentire parte di una comunità, ma sia anche un affossamento della propria unicità. Insomma, niente Colmar, indossato dal 99.9% periodico (come direbbe erroneamente Adriano Galliani) dei giovani tra i 15 ed i 25 anni, e un’idea ben precisa in testa di quello che mi coinvolge, piace ed emoziona. Il problema è che ultimamente le mie convinzioni di capacità critica stanno venendo meno, perché mi capita spesso di farmi coinvolgere da titoli non amati dalle masse. E le recenti critiche che hanno coinvolto The Order 1886 ne sono la testimonianza.
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