domenica 26 aprile 2015
Ma che Konami stai facendo??


Oggi piove, governo ladro. Ma va bene, ieri ho fatto serata ed il cielo grigio qui fuori rende l’idea divanata pomeridiana molto allettante. C’è pure il derby da vedere. Succedere però che, dopo 20 anni, il Toro torna a vincere la stracittadina, intristendo il mio cuore gobbo. Ma va bene così, #CiPuòStare, abbiamo perso solo un punto sulla Lazio, una giornata in meno alla fine, scudetto già in tasca. I commenti sui forum bianconeri concordano, non c’è molto altro da dire ed è presto per inchiodare la cassa Champions. Leggiamoci un po’ di news videogiocose va, che almeno lì di brutte notizie non ce n........ !!
Eh no eh!!!! Ditemi che state tutti scherzando, forza. OK mi avete fatto uno scherzo, ben congegnato bravi. Ma adesso seri dai. Dai. Ah, eravate già seri?
Ma por-BEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEP!
Silent Hills cancellato?!?!?!?!?!? Quel Silent Hills con la super S finale annunciato con il teaser giocabile più terrificante della storia del videogioco? Quel nuovo capito firmato da Kojima e Del Toro? Sì, proprio lui.
Prima questa mattina l’annuncio del ritiro di P.T. dal PSN, il prossimo mercoledì 29 Aprile. Scaricatelo se non l’avete mai fatto o se l’avete rimosso per far spazio. Potrebbe davvero essere l’ultima occasione, e la vostra PS4 potrebbe essere preziosa custode dell’esperimento di marketing più geniale della storia dell’industria consolara. Se non ricordate il perché, potete leggervi questo post dello scorso Agosto. Comunque, meriti o non meriti, non cambia nulla: rimosso. Notizia di suo già preoccupante, ma mille volte di più se combinata, ovviamente, a tutta la telenovela relativa al divorzio Konami-Kojima. Ci hanno confermato che il muovo Metal Gear Solid V uscirà, abbiamo una data, una special edition già prenotata dal 75% della redazione. Però nessun annuncio ufficiale riguardo SIlent Hills. Silenzio totale fino ad oggi, con P.T. depennato in tutta fretta come se fosse una scomoda vergogna. Poi, la pugnalata finale.

Silent Hills "is not gonna happen”. Che, se non vuol dire necessariamente cancellato, quanto meno riassegnato ad altri. Alle teorie dell’Hideo trolleggiante non posso credere, troppo machiavelliche e non adeguate ad un’azienda quotata a Wall Street. Mi aspetto comunicato ufficiale da quel di Tokyo non oltre domani, ma davvero vorrei entrare nelle teste del management Konami per capire quali siano le strategie per l’immediato futuro. Certo è che, da amante della serie, oggi il mio morale videoludico è crollato. Quello sportivo pure. Ed ora mi sento pure meteoropatico. Giornata di merda.
- SEGUONO AGGIRONAMENTI NEI COMMENTI QUI SOTTO -
Continua...
giovedì 23 aprile 2015
Sorry, I'm late. Again...


Tra circa un mese e mezzo ci troveremo tutti a commentare quanto mostrato dalle software house durante l’E3, fantasticando sui vari titoli in uscita nei mesi successivi. Un copione che si ripete ormai da diversi anni e che rappresenta sicuramente uno dei momenti cardine dell’annata videoludica. Proprio in questi giorni mi sono trovato a ripensare a quanto accaduto durante la kermesse losangelina dello scorso anno, ai titoli mostrati e alle aspettative verso un 2015 che sulla carta sembrava avere tutte le carte in regola per essere uno dei migliori anni della storia. L’utilizzo del tempo verbale passato non è casuale, perché buona parte delle frecce più appuntite presenti nella faretra dell’anno in corso sono improvvisamente sparite, vittime di glaciali comunicati stampa accomunati da tre parole: delayed to 2016.
Continua...
lunedì 13 aprile 2015
Molto Fast and very Curious


Da appassionato di racing game e da amante della serie Forza in entrambe le sue declinazioni (Motorsport ed Horizon), l’inaspettata notizia della pubblicazione di un’espansione stand alone di Horizon 2 brandizzata Fast & Furious mi ha lasciato sulle prime piuttosto diffidente. Il sospetto che si trattasse di una mera trovata pubblicitaria con poca carne al fuoco e molto advertising si è fatto largo dentro me, fomentato dalla notizia che il titolo sarebbe addirittura stato proposto gratuitamente per una decina di giorni. Invece i fatti mi hanno piacevolmente smentito, non perché questa espansione abbia arricchito in maniera particolare il prodotto principale (cosa che, invece, era riuscita in maniera più che efficace lo scorso anno a Storm Island), quanto perché, per come è stata strutturata e concepita, rappresenta indubbiamente un inedito ed interessante esperimento di marketing sul quale vale forse la pena soffermarsi.
Continua...
Io lo so che non sono solo



Anche quando sono solo, io lo so che non sono solo. Lo diceva Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, lo dice la giovane e indifesa protagonista di Never Alone. Anzi, Kisima Innitchuna, perché luogo, lingua e storia riguardano un popolo, quello eschimese, che vive nelle terre più fredde e inospitali dell’Alaska e che ancora oggi è legato a tradizioni e attività che si tramandano da numerose generazioni. Le recensioni lette nei mesi scorsi sono un mix di pareri differenti, che si dividono sostanzialmente tra chi ha amato il gioco e chi non ne è rimasto particolarmente colpito. Il metacritic su PlayStation 4, console sulla quale l’ho giocato, si attesta su un non troppo esaltante 73. Un gioco senza infamia e senza lode. Quindi perché giocarci considerando il mio ormai inquietante backlog? Nemmeno io ho una risposta razionale sulle motivazioni che mi hanno spinto a giocarlo, ma sono contento di aver fatto questa scelta.
Continua...
venerdì 10 aprile 2015
Quegli schiaffoni educativi di una volta... Bloodborne

Sono un novellino. Quattro decadi alle spalle, di cui 3 abbondanti trascorse col pad in mano, eppure sono ancora un videogiocatore novizio. Non lo sapevo fino ad una decina di giorni fa. Ho giocato e finito di tutto nella mia “carriera”, dai platform agli action, passando per strategici, puzzle e GDR. Centinaia e centinaia di titoli e titoloni. Certo ho incontrato delle difficoltà nel portare a termine giochi del calibro, a livello di sfida oltre che di qualità, di Ultimate Ghosts’n Goblins e Ninja Gaiden (giusto per citarne un paio di vecchia data) oppure per “millarne” o, meglio, “trestellarne” alcuni made by Nintendo. E’ innegabile che il trend recente abbia visto abbassarsi l’asticella della difficoltà della maggior parte dei videogiochi, riservando quel tipo di sfida scomunicante alle modalità “new game plus” oppure al gioco competitivo in multiplayer, ma mi ritenevo un giocatore esperto, di quelli magari non più ultra-reattivi (ahimè) ma capace di compensare con l’esperienza. Bene, mi sbagliavo.
Continua...
mercoledì 8 aprile 2015
Helldivers, il Destiny per tutti

Devo ammettere di non essere mai stato un fan di Bungie e dopo aver giocato ad Halo 3: ODST ho deciso che i loro titoli non facevano per me.
Ecco quindi che ho subito molto poco il fascino di Destiny e nemmeno l’offensiva a base di trailer su base settimanale, alpha  privata, beta pubblica e fiumi di preview e review sono mai riusciti a riaccendere il mio scarso interesse.
Se durante la settimana dell'uscita ho vacillato, quelle successive hanno definitivamente messo la parola fine alla mia possibile carriera nella galassia creata da Bungie: troppo l’impegno e la costanza richiesta per giocarci seriamente, malgrado parecchi amici abbiano tentato di tirarmi dentro.
Perché quindi oso confrontare Helldivers con Destiny? Semplice, perché in qualche modo Helldivers è stato il MIO Destiny.
Solo molto più immediato, semplice ma non per questo meno appassionante.
Helldivers si è fatto attendere parecchio e rappresenta il titolo di ritorno per Harrowhead, team svedese che fece il botto nel 2011 con Magicka, per poi non riuscire più a risalire la vetta della popolarità, nemmeno con il mediocre reboot di Gauntlet commissionato da Warner.
Oltretutto il team ha dovuto abbandonare la sua serie principe, rimasta nelle mani di Paradox, quindi è stato praticamente un obbligo lanciarsi su una nuova IP. I ragazzi nordici devono aver convinto sin dal principio con Helldivers, in quanto il gioco è stato firmato da Sony ed è diventato un’esclusiva per tutte le piattaforme PlayStation, Vita inclusa.
Il gameplay cooperativo è alla base del progetto, in quanto è possibile organizzare squadre fino a quattro giocatori per scendere su pianeti la cui struttura e obiettivi di missione sono generati dal server, ogni volta in modo differente.
Ad una prima occhiata, tutta la produzione è avvolta da quel sarcasmo che aveva reso celebre Starship Troopers: in questo caso dovremo combattere una guerra contro tre fazioni nemiche, ognuna delle quali minacciano la Super Terra, pianeta natale dell’umanità che va difeso in modo da mantenere lo stile di vita esagerato dei terrestri, esportando nel frattempo la democrazia, per utilizzare una frase alla quale i media sono ormai molto affezionati.
Ci si ritroverà quindi sulla propria nave, in rotta verso uno dei settori della galassia nella quale hanno luogo gli scontri, nel tentativo di guadagnare terreno fino a raggiungere i pianeti di origine delle tre razze aliene, per poi assaltarli e porre fine alle schermaglie.
Nel momento in cui scrivo il gioco è alla terza guerra globale, in quanto ogni vittoria riportata dai giocatori online serve a far progredire il conflitto, grazie a delle barre che indicano a che punto si trova l’avanzata umana rispetto agli alieni.
Sovrastruttura di gioco a parte, il gameplay è molto classico, sebbene non privo di novità interessanti.
Assemblata una propria squadra, con amici o perfetti sconosciuti, e scelto un pianeta sul quale atterrare, ci si ritroverà lanciati sulla superficie grazie ad una capsula. Al contatto con il suolo quest’ultima penetrerà nel terreno a causa dell’alta velocità di entrata nell’atmosfera ma preserverà il proprio personaggio, pronto ad eseguire la missione.
Il sistema twin stick standard sottende un sistema di controllo tradizionale, nel quale sprecare munizioni equivale a rischiare la pelle e prendere una raffica nella schiena, dovuto al fuoco amico sempre attivo, è abbastanza comune. Imperativo organizzarsi, quindi, cercando di aiutarsi l’un l’altro verso i vari obiettivi presenti in ogni mappa.
Importantissimi quelli che vengono definiti stratagemmi, da far scendere dall’orbita in capsule simili a quelle utilizzate per le truppe, eseguendo sequenze di pressioni specifiche delle frecce direzionali del d-pad. Queste ultime sono decisamente complesse da eseguire se sotto il fuoco nemico e possono far perdere parecchio tempo e concentrazione, soprattutto perché vengono utilizzare anche per determinati obiettivi di missione, come la riattivazione di una base missilistica del pianeta o lo spegnimento di un generatore che blocca le comunicazioni nel bel mezzo di una base avversaria.
Il bello di Helldivers, però, sta tutto nell’immediatezza: nel giro di pochi istanti si assembla una squadra e si inizia a triturare alieni, sbloccando potenziamenti per armi ed equipaggiamento che formano un sistema di progressione ottimamente bilanciato, che spinge a tornare spesso a giocare, anche solo per una missione da un quarto d’ora.
Ecco quindi perché Helldivers è il titolo online perfetto per chi ha poco tempo e scarsa costanza: la guerra va avanti anche senza di noi e entrare in gioco dopo una settimana di pausa non è assolutamente un problema. Inoltre si trovano sempre giocatori online e la necessità di organizzarsi è adeguata alla tipologia di gioco, quindi basta utilizzare i messaggi preimpostati e non sarà difficile trasformare un gruppo di quattro utenti che non si conoscono nemmeno in una perfetta macchina da battaglia, anche senza utilizzare la chat vocale.
Certo, accadrà spesso di rimanere vittima di una torretta posizionata dai propri compagni in un punto non particolarmente felice, oppure di venire schiacciati da un mech del proprio gruppo che sta falcidiando un’unità nemica senza prestare particolare attenzione ai compagni. Sono però situazioni che fanno parte del gameplay e che, anzi, generano momenti di grande ilarità.
Insomma, Helldivers può soddisfare la vostra sete di sparatutto online sci-fi, offrendo un gameplay rilassato ma profondo, al quale tornare senza la sensazione di non essere mai all’altezza o di perdersi qualcosa per non aver effettuato il login se non per una mezz’ora ogni fine settimana.
Continua...
venerdì 3 aprile 2015
Il gioco della bottiglia


Mentre guardavo in differita l’ultimo Nintendo Direct, ho pensato a come sia cambiata la condizione del colosso di Kyoto nel giro di pochi anni: da tutti la vogliono a nessuno se la piglia. Un po’ come nel gioco della bottiglia (e come non ricordare Tapparella), dove rischi di non essere mai scelto o di dover baciare quella brutta della compagnia. La situazione è un po’ quella, nonostante i tentativi di dare in pasto qualcosa di nuovo all’affamata utenza Wii U. Tipo con le figurine “celo, celo, manca”, ma qui è “manca, manca, manca”. Metroid è missing in action, atteso come il nuovo Messia dai fan Nintendo ma a questo punto destinato a non arrivare su Wii U, Mario è arrivato ma in una versione decisamente più blanda rispetto alle due meraviglie per Wii (intendo i due Super Mario Galaxy), Zelda… è finito al 2016. Su quale console? Wii U o NX? Buona domanda. Eppure, in mezzo a decine di pupazzetti, ci sono diversi titoli degni di nota...
Continua...
giovedì 2 aprile 2015
Gaming Effect - Episodio 41


Fin dagli albori i videogiochi sono stati infarciti di easter egg e contenuti nascosti.
A volte comici, altre folli o perfino inquietanti, sono progressivamente diventati una costante, al punto da venir cercati con attenzione dai fan, per poi darne notizia online facendoli diventare virali.
Ne ripercorriamo quindi la storia, dagli inizi fino alle ultime uscite, decretando quello che per noi è il migliore e che abbiamo quindi ripreso anche per la locandina dell’episodio.
Potete ascoltare / scaricare l'episodio:
 
Buon ascolto! Come sempre, se vi va di commentare, qui o sulla pagina ufficiale di Gaming Effect, siete i benvenuti.
Continua...
mercoledì 1 aprile 2015
Good Night... Good Luck


Non più tardi di un mese fa, proprio su queste stesse pagine, parlai di come negli ultimi mesi stessi attraversando uno di quei periodi di stanca tipici della mia carriera di giocatore, momenti più o meno lunghi duranti i quali la passione per il videogioco si affievolisce, forse perché non solleticata a dovere dal titolo giusto al momento giusto. Bene, con l’arrivo fra le mura domestiche di Dying Light penso di aver trovato la medicina giusta al mio malanno. Un malanno che, è bene dirlo, si era addirittura aggravato con la deludente esperienza di The Order, titolo talmente guidato e scarsamente interattivo da risultare noioso e claustrofobico per un amante degli open world come me. Avevo quindi bisogno di tornare a prendere aria, e quella della città di Harran, anche se pregna di malsani odori di cadaveri putrefatti, si è rivelata un vero e proprio toccasana per i miei polmoni videoludici. In realtà tenevo d’occhio il titolo Techland già dai tempi del suo annuncio, un po’ per una particolare predilezione per il tema zombie, un po’ per quella strizzata d’occhio al tanto amato Mirror’s Edge che faceva apparire quantomeno prematura la bollatura di semplice “Dead Island con salti” che buona parte della stampa aveva frettolosamente apposto sul titolo degli sviluppatori polacchi. Beh, fortunatamente ci avevo visto giusto.
Continua...
Powered by Blogger.