mercoledì 24 giugno 2015
Sulle strade di Arkham


Batman Arkham Knight è appena uscito, facendo incetta di votoni un po’ ovunque, ed io davvero non vedo l’ora di giocarlo. I primi due capitoli mi sono piaciuti parecchio, e questo terzo conclusivo (sembra)  capitolo è ancora più ampio, ricco e oscuro. E poi finalmente potrò tornare a bordo di una Batmobile, con cui spero di ritrovare quel piacere che latita dal 1989, anno del Batman: The Movie per Amiga firmato Ocean. E’ il mio titolo dell’estate, punto. Ma prima mi sono ripromesso di finire quel meraviglioso pugno in faccia chiamato Bloodborne. Ho provato a giocarlo alternandolo ad altro, niente. Richiede dedizione. E mi piace. Quindi nessun altro vg fino al suo completamento, non più tardi di fine mese giurin giuretta!
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lunedì 1 giugno 2015
Ammiro - Mad Max: Fury Road


Eccomi di rientro dal mio congedo matrimoniale, dopo un mese trascorso tra festeggiamenti ipercalorici, nonché uberalcolici, e rilassanti giornate di mare, dove tutto è andato alla grandissima. E pure quel cantiere lungo nove mesi che porta alla paternità procede a gonfie vele. Ora però è tempo di tornare al lavoro e alla routine, piccola nota negativa comunque di secondo piano in quest’anno di importanti e felici cambiamenti. E poi, sembra un controsenso ma è così, con la routine torna anche un pochino di tempo da dedicare ai videogiochi, al cinema, alle serie tv. E a POL, magari ampliando un po’ la visione sconfinando al di là dei canoni del puro videoludere. Detto ciò, per un ex ragazzino cresciuto negli anni ottanta, poteva esserci occasione migliore del ritorno alla scrittura e alla regia di George Miller?

Dai, è inutile introdurre il personaggio, c’è Wikipedia e IMDB per quello, se siete su questa pagina ora non potete ignorare il ritorno di Mad Max nelle sale cinematografiche. Di questo quarto capitolo sottotitolato “Fury Road” ne stanno parlando e scrivendo tutti, con un buon 90% di apprezzamento ed una risicata minoranza di incontentabili. La perfezione unanime non esiste, ci mancherebbe, e ci sta che a qualcuno possa non piacere un film, ma la critica negativa (im)motivata con inesatta superficialità, da parte di alcuni blogger e podcaster italiani detentori della verità assoluta, quella no. Mi infastidisce la saccenteria controcorrente. Sia chiaro, certo non sono io il protettore della verità, e neppure faccio di tutta l’erba internettiana italiana (di cui sono regolare consumatore) un fascio, ma certe cose proprio non le posso sentire.


C’è chi ha lamentato l’assenza di trama, di tematiche concrete. Falso, assolutamente: in due ore esatte e senza tediare con i classici spiegoni verbosi, Miller descrive il suo mondo post-apocalittico con una quantità di dettagli visivi e situazionali esponenzialmente più abbondanti e chiari rispetto ai primi tre capitoli nonché alla media della produzione action (e non) recente. Ed in tale barocca raffigurazione inserisce una storia di leggendario eroismo come solo altre celebratissime pellicole possono vantare. “Sì bravo ad evitare spiegoni ma solo perché trama risicata e banale”: anche questa ho sentito. Banale? C’è l’atto eroico, il sacrificio, la redenzione, la fede, lo sfruttamento, la ribellione, la rinascita, l’amore. C’è tutto questo, e anche di più. Raccontato con poche parole, semplici sguardi, immagini, azione. Perché di film d’azione si tratta, e di quella ne offre una scorpacciata che pochi altri film “supereroici” hanno potuto vantare.  Che poi, personalmente, mille volte un 300 rispetto ad un pur buono The Avengers.. ma torniamo a Mad Max. Max, appunto. C’è chi dice che il personaggio ha un ruolo marginale, praticamente ininfluente sullo sviluppo narrativo. Ora, è vero che i protagonisti sono due, Max e Furiosa (non per niente “Fury Road”), ma la seconda non andrebbe molto lontano senza il primo, e sono proprio le scelte morali di Max, nonché le sue gesta, a supportare il tutto. E viceversa, per un connubio inedito alla serie ma sicuramente fresco, interessante e tutt’altro che svilente la figura del protagonista storico.

Che poi il suo volto è quello di Tom Hardy, il Bane dell’ultimo Batman ma soprattutto l’eccellente Tommy di Warrior (guardatelo questo se vi manca). Il suo Max Rockatansky è convincente, sofferto ma risoluto, solitario ma altruista, cupo ma capace di provare emozioni, soprattutto per una Charlize Teron che certo non raggiunge l’intensità di Monster ma ne concede abbondantemente al ruolo di Furiosa. Parte questa per alcuni, anzi i suddetti pochi, troppo stereotipata, per me assolutamente in linea con i temi di cui sopra. E che dire di Nicholas Hoult? Il bimbo di About a Boy (2002) nonché romantico zombie di Warm Bodies (2013), qui mette in scena una mutazione, tra rivelazione e redenzione, di un’intensità espressiva che lascia piacevolmente sorpresi, alternando ilarità e drammaticità senza mai tentennare.

L’ultima che ho sentito: i cattivi sono tutti uguali. Ora, senza entrare nel dettaglio, nel mettere in atto il lungo inseguimento che rappresenta il 95% del film, Miller mostra una stratificazione sociale, gerarchica, "professionale" e militare molto chiara, arricchita da elementi talmente fuori di testa da risultare assolutamente credibili in un contesto così sopra le righe ma coerente.


Quantomeno è pressoché unanime l’apprezzamento alla regia, alla fotografia, alla coreografia. E’ tutto una corsa e una danza e un cocktail di adrenalina senza soluzione di continuità, leggibilissimo anche nel fast-motion frequente grazie ad un sapiente utilizzo del “center framing”, incredibile nel suo ridotto utilizzo del computer in favore di stuntman, esplosioni e cappottamenti reali, maniacale nella cura creativa dei dettagli quanto potente all’ascolto.

Cos’altro volere in un film d’azione? Oltre le mie aspettative, oltre i limiti dei primi due memorabili capitoli (Interceptor del ’79 e The Road Warrior del ’81) e cancellando definitivamente il meh con cui il terzo episodio, featuring Tina Turner, aveva temporaneamente chiuso la serie. Uno scoppiettante, freschissimo regista settantenne che evidentemente tanto ha da insegnare ai colleghi, già affermati o meno, magari accompagnato da John Seale, geniale direttore della fotografia nato nel 1942. Oh, quindi guai a considerare un quarantenne, quale il sottoscritto, cosa passata. A proposito, quasi dimenticavo: addirittura c’è chi ha avuto l’ardore di affermare che chi celebra Fury Road come capolavoro non può essere che un quarantenne legato sentimentalmente agli anni ’80. Io lo sono, sicuramente. Ma ricordo capolavori in ogni decade, vissuta e non, ognuno con i propri stilemi tipici dell’epoca, se non anticipanti di quelli a venire. Ecco, a coloro che la pensano così, che questo Mad Max sia cosa da non-più-giovani, o che non sia capolavoro (non il primo in assoluto ma comunque tale) del cinema d’azione, rivolgo una sola domanda: tra quelli usciti negli ultimi 10 anni, ditemene almeno due o tre migliori, e perché li ritenete superiori. Sono molto, molto curioso.


P.S. Per tornare alle nostre care console, occorre proprio che palesi l’esaltazione interiore aka hype tremendissimo che mi accompagnerà fino al 4 Settembre, data d’uscita del Mad Max di Avalanche Studios (di cui potete gustare l’ultimo trailer qui sopra)? Formula openworld, stile visivo molto simile a Fury Road ma trama inedita. Ci sono le macchine truccatissime, Interceptor inclusa, le acconciature superpunk, il deserto, la follia, le belle donne, tutto. E a quanto sembra c’è pure il gameplay. Che altro volere? Ah sì, un nuovo film… e di fatto IMDB riporta che Mad Max: The Wasteland è stato già annunciato. Hardy confermato, di nuovo Miller alla regia. Ammiro.
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